Il titolo di Libero sul reggiseno di Carola Rackete era stato universalmente considerato come sessista e inappropriato. Lo stesso deve assolutamente essere valutato anche per il lancio di agenzia di Adnkronos che, sui suoi canali social, ha parlato dell’intimo di Ivanka Trump all’Onu.
#IvankaTrump senza reggiseno all’Onu? Social scatenatihttps://t.co/kPLVdnKCr6 pic.twitter.com/YSBLjO8cPo
— Adnkronos (@Adnkronos) September 25, 2019
«Fa discutere l’outfit scelto da Ivanka Trump» e «Scelta che, trattandosi di una camicetta molto aderente e sottile, ha messo in evidenza le forme» sono due frasi che si ritrovano all’interno dell’articolo. Non vale la pena sottolineare quanto queste due affermazioni possano essere inopportune per un articolo di giornale e per una corretta informazione che non miri soltanto al click facile.
Un errore che vale doppio, perché il precedente di Libero e tutto ciò che ne è seguito – con una giornata di protesta, il #freenipplesday, indetta da alcune donne che si sono sentite offese da quanto scritto dalla testata diretta da Pietro Senaldi – dovevano fungere da monito per evitare di cadere nello stesso errore. Invece, la scelta dell’Adkronos è stata quella di dare spazio alla notizia.
Non solo: la pubblicazione sui social network ha dato modo di raccogliere un vasto campionario di banalità. Le frasi di alcuni utenti, ovviamente, sono molto offensive: si è trattata dell’ennesima occasione per fare del body shaming. Un’occasione di cui, onestamente, non avevamo bisogno visto quanto accade quotidianamente sulle piattaforme dei social network.