La Lega, ora, può chiedere il referendum sulla legge elettorale

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Il Piemonte è la quinta regione che approva la richiesta

In punta di Costituzione, ora la Lega può chiedere il referendum. Il Carroccio, infatti, ha raggiunto le cinque regioni utili per presentare il quesito referendario che riguarderà la legge elettorale. La mossa di Matteo Salvini, infatti, è quella di portare gli italiani alle urne per chiedere un sistema maggioritario, al posto dell’attuale sistema proporzionale con correzione maggioritaria. Stando al ragionamento del leader del Carroccio il maggioritario (con una coalizione di centrodestra stabile) favorirebbe la Lega alle prossime elezioni politiche.



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Referendum sulla legge elettorale: ora la Lega può chiederlo

Per questo motivo, già nei giorni scorsi, aveva avviato l’iter con le regioni che avevano i consigli regionali più favorevoli al Carroccio. Stando alla Costituzione, infatti, il modo più rapido per chiedere un referendum è quello di mettere d’accordo almeno cinque consigli regionali in merito. Fino alla serata di oggi erano quattro le assemblee che avevano dato il via libera: Veneto, Sardegna, Lombardia e Friuli. Tutte e quattro governate da una coalizione di centrodestra, tre con il presidente della Regione che appartiene alla Lega.



Perché la Lega può chiedere il referendum grazie al Piemonte

Oggi è arrivata anche la quinta regione: dopo un consiglio regionale fiume, il Piemonte ha approvato la o il provvedimento per chiedere il referendum abrogativo della quota proporzionale prevista nella legge elettorale nazionale. Il presidente Alberto Cirio – Forza Italia, a capo di un’amministrazione di centrodestra – si è dichiarato soddisfatto del risultato ottenuto. I sì delle regioni sarebbero dovuti arrivare entro la fine del mese.

Adesso, la Lega potrà depositare il quesito per il referendum presso la Corte Costituzionale, che deve esaminarlo prima di dare il via libera. Possibile che la data possa coincidere, a questo punto, anche con il referendum costituzionale, quello che sarà senza dubbio richiesto all’indomani dell’approvazione del taglio dei parlamentari, provvedimento che a inizio ottobre sarà alla Camera per la sua quarta e definitiva lettura.