L’indagine su Ranucci per minacce

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Tutto è partito dai messaggi su WhatsApp al deputato di Forza Italia Ruggieri, ai quali è seguita una denuncia

Mentre la giornata di presentazione dei palinsesti Rai, ci restituisce un Report confermato come programma di approfondimento giornalistico della terza rete del servizio pubblico, Sigfrido Ranucci deve far fronte a un’indagine della procura di Roma per minacce. Sarebbe – stando a quanto riportato dal quotidiano La Repubblica – un atto dovuto, dopo la denuncia del deputato di Forza Italia, membro della commissione di Vigilanza Rai, Andrea Ruggieri.



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Ranucci indagato per minacce, le cause

A novembre del 2021, il deputato di Italia Viva Davide Faraone portava all’attenzione della Commissione di Vigilanza una lettera anonima che parlava di presunte molestie da parte di Ranucci ad alcuni colleghi della redazione della trasmissione di Raitre. Immediatamente, in quelle circostanze, si alzarono in difesa del giornalista le voci più illustri di Report e anche Milena Gabanelli, storica guida della trasmissione di approfondimento, evidenziò la forza dello stesso Ranucci a resistere di fronte alle accuse contenute in quella missiva. Accuse che, è stato già appurato dall’audit della Rai, si rivelarono totalmente infondate. Il deputato di Forza Italia aveva detto di aver sentito parlare di quella lettera, decidendo tuttavia di non darle seguito. Nonostante questa linea, Ranucci scambiò con lui alcuni messaggi su WhatsApp, in cui si è parlato – con toni molto aspri – della vicenda che lo ha riguardato personalmente, con il coinvolgimento di terze persone.



Le dichiarazioni, all’epoca dei fatti, di Ranucci e di Ruggieri

Il giornalista ha sottolineato come anche lui fosse stato in possesso di segnalazioni e dossier anonimi su politici. Da qui parte la denuncia del deputato di Forza Italia. A suo tempo, Ranucci affermò che le sue, via WhatsApp, non erano state minacce ma reazioni di sdegno. «È vero che ho detto che il suo capo è il top player del bullismo sessuale, ma bisogna leggere il contesto – aveva detto Ranucci a suo tempo -. È stato il parlamentare Ruggieri a dirmi che, avendo io un ruolo pubblico, è giusto che ci sia attenzione verso i miei atteggiamenti di bullismo sessuale (come ha detto in Commissione di Vigilanza), facendo riferimento alla email anonima contro di me, allora io gli ho replicato che è tanto sensibile al bullismo sessuale proprio lui che ha come capo il leader mondiale del bullismo sessuale. Insomma lui per primo mi ha accusato di bullismo sessuale. E ha usato questa espressione in Vigilanza riferendosi a me. Io ho mantenuto il tema dicendo anche che il suo capo ha avuto un ruolo pubblico e certi comportamenti. L’audit su di me, invece, ha accertato che io non sono un bullo sessuale». Sempre in quella circostanza, Ruggieri rispedì al mittente la versione di Ranucci: «Si fosse scusato nei giorni successivi, avrei capito lo sfogo e lasciato stare – aveva detto il parlamentare -. Ma invece credo che abbia illustrato il suo metodo di lavoro. Nomi e cognomi, espressioni denigratorie, locuzioni come ‘dossier’: è tutto nero su bianco, nei messaggi, a disposizione della Vigilanza e della Rai, che rivelano pregiudizio politico, settarismo, squadrismo e eccessiva disinvoltura». Ora, sarà la procura di Roma a esprimersi in merito alla vicenda.

Foto/IPP/Gioia Botteghi – Roma