Ransomware: a gennaio il nostro paese è stato il terzo al mondo per attacchi cyber

Che cosa significa ransomware: letteralmente «virus del riscatto». Questa famiglia di malware (famiglia perché non esiste un’unica tipologia di riscatto), è capace di bloccare il funzionamento del dispositivo, impedendo all’utente di effettuare il login nel proprio profilo utente o rendendo illeggibili i file presenti all’interno del disco rigido (questi ransomware vengono nominati «cryptolocker» poiché utilizzano la crittografia per bloccare i file). Il nostro paese non è al sicuro, e lo sapevamo. Infatti, secondo il rapporto degli esperti di sicurezza di Trend Micro, l’Italia è una delle nazioni al mondo più colpite da questo tipo di attacchi. A gennaio, per numero di attacchi, l’Italia è stata la terza, preceduta da USA (31,6%) e Francia (5,94), con un 4,84% sul totale di 785.000. Il nostro paese si trova al pari dell’India (4,83%). A febbraio, invece, la percentuale del 4,84% si è abbassata, anche se di poco, decrescendo al 3,55% su 1.184.000 di attacchi ransomware a livello mondiale, preceduta da Stati Uniti (24,81%), Turchia (9,76%), Giappone (8,96%), Russia (5,98%), India (4,63%) e Olanda (3,82%).

La preoccupazione per la cyber security non è una novità ed è molto sentita anche a livello europeo. A gennaio del 2022, infatti, l’Unione Europea ha puntato ad adottare nuove misure per affrontare le problematiche in tema di cybersicurezza. Lo scorso 22 marzo, la Commissione Europea interveniva per proporre l’introduzione di nuove norme in materia di cybersicurezza con lo scopo di realizzare un cyberspazio aperto e più sicuro, che tuteli la privacy e permetta agli utenti di dare più fiducia ai servizi digitali. Solo qualche settimana fa, tra l’altro, parte della rete informatica di Rfi – gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale -, società del gruppo di Ferrovie dello Stato, è stata colpita da un ransomware che ha mandato in tilt macchine self service e biglietterie nelle stazioni. Il CEO, esperto di sicurezza informatica, a tal proposito aveva evidenziato la necessità di implementare le misure di sicurezza, anche se – aggiungeva – quelle messe in campo e le linee guida varate dall’ACN e dal CISRT per aumentare la resistenza del perimetro digital italiano parevano progredite di molto rispetto ad alcuni anni fa: «si tratta di implementare – laddove fosse ancora assente – una politica di sicurezza informatica basata su Sicurezza Predittiva, Preventiva e Proattiva». Ma i casi sono molti, troppi: lo scorso settembre, un ransomware arrestava il sistema informatico dell’Ospedale San Giovanni di Roma ed un mese dopo spettava alla Siae e alla storica azienda produttrice di snack, San Carlo.

A gennaio, il nostro paese ha ricevuto quasi il 5% degli attacchi Ransomware a livello globale, ben 785.000. Stiamo parlando di circa 40.000 attacchi al mese. A febbraio la situazione è migliorata di poco. Relativamente ai malware, nei mesi di gennaio e febbraio, l’Italia ha subito più di 17 miliardi di attacchi totali (17.707.911). La ricerca di Trend Micro mostra come i campi più colpiti dai ransomware in Italia siano: la produzione, la Pubblica Amministrazione e i servizi finanziari. Tutti questi dati sono il risultato del lavoro della «Smart Protection Network», la rete di intelligence globale di Trend Micro che seleziona ed esamina le minacce, aggiornando di continuo il database online sugli incidenti cyber. La Smart Protection Network ha più di 250 milioni sensori e blocca una media di 65 miliardi di minacce cyber all’anno. Nel 2021, l’attività di questa ha raggiunto il record di 94 miliardi di attacchi bloccati.