Inizia il ramadan per i musulmani di tutto il mondo

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Uno sguardo d'insieme sul mese sacro

In Italia e in altri paesi europei il ramadan è cominciato ufficialmente ieri sera alle 18, ma oggi è il primo giorno ufficiale del mese sacro per i musulmani.



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Ramadan nel mondo, l’inizio del mese sacro: quante ore di digiuno giornaliere

Dopo aver raccontato come questo periodo sarà vissuto in Italia, vogliamo dare uno sguardo a quello che succede nei luoghi sacri dell’islam. Una curiosa grafica di AlJazeera mostra quali saranno le ore effettive di digiuno per la maggior parte dei paesi: si va dalle 11.5 ore dell’Australia alle 20 della Norvegia. Il nostro paese è a quota 17 ore, non poche. In virtù di queste considerazioni, i paesi a maggioranza musulmana applicano forti riduzioni degli orari di lavoro. A tutto ciò va inoltre aggiunto che il coronavirus influirà in molti modi quest’anno, ponendo non pochi interrogativi.



L’Arabia Saudita, dove si trovano La Mecca e Medina, conferma l’adesione al lockdown, avendo aderito alle raccomandazioni dell’Oms e avendo preferito consigliare ai musulmani di tutto il mondo, per il momento, di non prenotare i pacchetti per il pellegrinaggio Hajj, il più importante dei viaggi che il musulmano è chiamato a fare nella vita. Era stata sospesa per alcune settimane l’Umrah, il pellegrinaggio minore, ma poi il regno saudita ha fatto sapere di poterla gestire con le limitazioni e il distanziamento fisico.
Alla riapertura contingentata dei luoghi sacri come la Ka’ba, cinquanta visitatori distanziati per volta, è diventato molto popolare il video girato da alcuni di essi, presi da grande gioia per la possibilità di realizzare la circumambulazione (tawaf) della struttura che si trova negli spazi della Sacra Moschea della Mecca.

Ramadan nel mondo, cosa sta succedendo

Se non vere proprie chiusure totali, le altre nazioni stanno comunque mettendo in pratica misure severe di distanziamento fisico per evitare il picco di contagi e ricoveri e l’arrivo del ramadan ha reso necessario aumentare l’attenzione e il controllo affinché le misure siano rispettate. C’è la Turchia, che aveva attuato misure blande finora, ma ha preferito imporre quattro giorni di lockdown totale per permettere alle persone di evitare assembramenti nella preparazione del mese sacro. Singapore, Brunei e Malesia hanno chiuso i bazar, mercati ambulanti all’aperto, perché in questi giorni avrebbero attirato troppe persone.



Molto diversa la questione delle preghiere. Come sappiamo, in Italia anche i luoghi di culto sono stati chiusi e le moschee e sale di preghiera lo hanno fatto anche prima del resto del paese, per prevenire il rischio di contagio. Lo stesso si è fatto nel Regno Unito, dove però c’è una maggiore organizzazione con il live streaming e iniziative di questo tipo. Allora perché in tanti paesi, come per esempio nell’Iran martoriato dal contagio, ma anche in Arabia Saudita e in Pakistan, è possibile riunirsi per pregare, magari rispettando distanze e misure igieniche, magari non dappertutto, ma in luoghi ampi e specifici, magari solo per alcune categorie, come gli operatori religiosi? E poi, per essere precisi, anche in Italia è possibile vedere in streaming il sermone del venerdì ed effettuare il tarawih on line e ci sono inviti a eseguire l’adhan dai balconi, ma che valore può avere fare questa esperienza?

Lo abbiamo chiesto a Mahmoud Elsayed, imam di tre moschee di Milano: «Soprattutto in paesi europei, come l’Italia, dove risiedono musulmani italiani o comunque non arabofoni, che non conoscono abbastanza il corano, o non lo sanno a memoria e non conoscono la lingua araba, vivere l’esperienza spirituale del ramadan è più difficile». Internet può diventare uno strumento molto utile per questo, ma «ci sono state molte discussioni in tal senso, e si è arrivati a due opinioni: una minoritaria che ha portato a una fatwa (legge) che ritiene pienamente valida la preghiera su internet». E a Milano una sola moschea ha aderito a questa visione, la Casa della cultura musulmana, che trasmetterà il sermone del venerdì e la preghiera del tarawih. «La maggioranza – continua l’imam – segue la necessità che una guida sia presente. Questa è anche la posizione del Consiglio europeo delle fatwe, che però accetta la trasmissione del sermone del venerdì, perché non si vuole lasciare il fedele per due mesi senza quello che può essere considerato il conforto spirituale per il suo cuore».

Con grande entusiasmo e senso di abbandono al loro dio, i musulmani si avviano in tempi a loro modo straordinari. Come altri credenti, potranno fare tesoro, forse, di come vivere la spiritualità e di come interpretare l’intercultura e la solidarietà nel mezzo di una pandemia. Chi scrive è agnostico e non è d’accordo nemmeno con quello che sente in giro, soprattutto in ambienti intellettuali, che questo sarebbe un “tempo sospeso”. Tra mille difficoltà, necessità quotidiane, spazi più o meno angusti, famiglie più o meno problematiche e numerose, può servire riflettere, migliorarsi, eventualmente pregare, ma soprattutto progettare modi migliori per convivere con tematiche quali la salute, l’economia, il lavoro, la società, l’indigenza. La presunta indefinitezza del “tempo sospeso” diventa inopportuna, dunque, di fronte un “tempo denso” di significato, progetto, azione.