«Io ho partecipato a Raiperunanotte, è stato il giro di boa per l’utilizzo del web in Italia»

Categorie: Mass Media

Dieci anni dopo, la testimonianza diretta di chi ha realizzato quel progetto

*  di Giacomo Aschacher



10 anni fa (e un giorno, a dirla tutta) avvenne un piccolo terremoto nel sistema mass mediatico: l’evento promosso da Michele SantoroRaiperunanotte”. Era periodo di elezioni e il CdA della Rai, dominato dagli uomini dell’allora Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sospese i programmi di approfondimento politico quali Porta a Porta di Bruno Vespa, Ballarò di Giovanni Floris e Annozero, il programma del conduttore salernitano. 

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Raiperunanotte, la testimonianza diretta

La reazione di Santoro fu immediata e grazie all’appoggio di FNSI, sindacato dei giornalisti, e Usigrai, sindacato dei giornalisti RAI riuscì a tirar su in pochi giorni un grandioso evento dal vivo all’interno del PalaDozza, il palazzetto dello sport di Bologna. Oltre 5000 persone sedute sugli spalti applaudirono e incitarono con veri e propri cori da stadio, per circa tre ore, molti personaggi del giornalismo e dello spettacolo accorsi al fianco dei fedelissimi di Michele Santoro come Roberto Benigni, Mario Monicelli, Milena Gabanelli, Elio e le storie Tese, Nicola Piovani, Giovanni Floris, Antonello Venditti, Daniele Luttazzi e molti altri. 

Ma la vera “scossa tellurica” – così definita dallo stesso Santoro intervistato da Repubblica il giorno successivo – fu causata da ciò che avvenne al di fuori del palazzetto bolognese. Sky, Rainews 24 e decine di emittenti satellitari e locali trasmisero in contemporanea l’evento segnando uno share complessivo di circa il 13% facendo perdere altrettanti punti percentuali alla televisione pubblica. Oltre a questa frammentazione dell’ascolto televisivo, divenuto norma oggigiorno con il moltiplicarsi di canali nazionali tematici presenti sia sul digitale terrestre che sul satellite, venne scolpita una vera e propria pietra miliare rispetto alla fruizione di contenuti video su internet.



Perché Raiperunanotte fu una rivoluzione

Il live streaming di Raiperunanotte, anch’esso trasmesso in contemporanea su diversi siti (il sito ufficiale dell’evento oltre a quello di Repubblica, Corriere, Fatto Quotidiano e molti altri) segnò picchi di oltre 125 mila utenti contemporanei. Possono apparire numeri ridicoli rispetto all’audience televisiva, ma 10 anni fa mai nessuna trasmissione live in Italia e in Europa aveva ottenuto una platea di utenti così ampia. Non esistevano ancora piattaforme di live streaming di pubblico dominio, i social network erano ancora agli albori della loro popolarità, non esisteva Netflix per come oggi lo conosciamo e, soprattutto, le infrastrutture internet in grado di sostenere un pubblico così vasto si contavano sulla punta delle dita. Per Raiperunanotte fu utilizzata l’unica piattaforma di distribuzione di contenuti online in grado, al tempo, di sostenere il traffico generato dalle centinaia di migliaia di utenti che quel giorno videro all’interno di una pagina web Raiperunanotte, l’americana Akamai, da sempre utilizzata per la trasmissione di contenuti globali sul web come le Olimpiadi o i mondiali di calcio. 

Fu un vero e proprio giro di boa rispetto agli usi e consumi da parte del grande pubblico riguardo il web, non solo un luogo dove leggere e pubblicare testi e immagini ma uno catalogo infinito di contenuti video in diretta oppure on-demand. Chiunque oggigiorno fruisce o produce live streaming, basti solo pensare alle dirette social che ci accompagnano costantemente in questi giorni di clausura forzata dovuti al Coronavirus. Fu un giro di boa anche per chi, come me, proveniva da un background televisivo e solo sporadicamente mi ero imbattuto in “live streaming” arrangiati alla buona. Ho avuto la fortuna di partecipare in prima persona a Raiperunanotte e da quel giorno fui “costretto” a fronteggiare negli anni successivi uno scenario completamente mutato in cui la produzione video venne rapidamente soppiantata dal video online e dallo streaming in un mercato, almeno quello italiano, carente in questo genere di esperienze e professionalità.  

Sono passati dieci anni, oggigiorno la televisione è internet e internet (e lo smartphone e il portatile) sono la televisione. Una piccola radice di questo mutamento epocale affonda, almeno nel nostro paese, in un evento nato come forma di protesta rispetto a regole televisive troppo restrittive e che hanno portato un pubblico, fino a quel giorno trascurato, ad accendere il proprio computer per assistere a uno spettacolo in diretta.