La Rai manda in onda gli spot su reddito di cittadinanza e quota 100 senza valutarli

09/02/2019 di Redazione

Negli ultimi giorni ha destato stupore la messa in onda sulle reti Rai, nelle pause del Festival di Sanremo, di spot del governo su reddito di cittadinanza e quota 100, le due principali misure volute da M5S e Lega. Il Partito Democratico ha sollevato il caso denunciando delle inesattezze nelle informazioni fornite, definendo le pubblicità «fake» e presentando un esposto all’Agcom. Due giorni fa il deputato Dem Michele Anzaldi, segretario della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, di chiedeva se «dietro il paravento autorevole della comunicazione istituzionale» la Rai fosse consapevole che gli spot «spargono fake news e fanno disinformazione».

La Rai e gli spot del governo «senza valutazione del merito»

Ora è arrivata una risposta. L’ad della Rai Fabrizio Salini ha spiegato che la tv di Stato manda in onda quei messaggi istituzionali senza valutazioni di merito. Ne ha parlato lo stesso Anzaldi, in un post su Facebook. «La Rai – ha detto il parlamentare Dem – fa la buca delle lettere di Palazzo Chigi. A confermarlo in un atto ufficiale è l’amministratore delegato Salini, che a proposito degli spot fake su Quota 100 e Reddito di cittadinanza ha risposto al presidente della Vigilanza Barachini che la Rai manda in onda gli spot di Palazzo Chigi senza alcuna valutazione del merito».

Anzaldi (Pd): «L’ad Salini scarica sul governo»

«Che gli spot diffondano una notizia falsa, come ad esempio il fatto che con Quota 100 si vada in pensione senza penalizzazioni, a Salini non interessa», ha attaccato Anzaldi. «Di fronte a questo rimpallo di responsabilità, con la direttrice di Raiuno De Santis che scarica su Salini e Salini che scarica sul governo, quanto ancora dobbiamo attendere prima che l’Agcom intervenga? C’è un esposto del Pd, c’è una richiesta di intervento della Vigilanza, che fa l’Authority che ha la competenza diretta su questo?».

«Il decreto deve essere ancora convertito»

«L’opposizione c’è e fa il suo lavoro, presenta esposti – ha scritto ancora Anzaldi – e spinge il presidente della commissione di Vigilanza a intervenire, ma se le istituzioni di garanzia non fanno la loro parte, come da normativa, non c’è opposizione che tenga. Questi spot farlocchi non soltanto sono andati in onda nei break di Sanremo, ma continuano ad essere trasmessi da quasi una settimana in tutte le fasce orarie, in particolare nei blocchi prima dei telegiornali, ovvero quelli con maggiore audience. E il decreto del governo deve ancora essere convertito, nei prossimi giorni cambierà ancora in Parlamento: mai si era vista una tale forzatura».

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