I ragazzi italiani intervistati dal Tg1 nelle discoteche in Croazia: «Non ce n’è di Coviddi» | VIDEO

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Incredibili immagini girate da Felicita Pistilli

Il cattivo esempio del web, per il quale tutti dovrebbero prendersi le responsabilità. I social network in Italia hanno reso virale la famosa intervista ‘Buongiorno da Mondello’, con una donna che – a Live Non è la D’Urso – andava in spiaggia dicendo «Non ce n’è di Coviddi». Alla storia è stata data ampia cassa di risonanza da parte del programma Mediaset e sui social network il video si è diffuso tra i giovani. Questo servizio del Tg1 dalla Croazia, luogo di vacanza dove le discoteche sono aperte e che permettono a tanti ragazzi italiani di frequentarle con la distanza di sicurezza ridotto al minimo e con, mostra quanto il mantra sia entrato nella testa dei giovani più vulnerabili.



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Ragazza Tg1 Croazia: «Non ce n’è Coviddi»

Felicita Pistilli, giornalista del Tg1 inviata a Pag, mostra la movida di quel luogo di vacanze. Discoteche affollate, con più del doppio degli ingressi consentiti, ragazzi in stato di alterazione che rilasciano interviste senza alcuna remora: «Non ce n’è Coviddi, non ce n’è più di coviddi» – dice una ragazza, riprendendo il tormentone. La giornalista del Tg1 le chiede se si stia rendendo conto delle cose che afferma. Lei, ritornando seria, risponde: «Sì, ci rendiamo molto conto».



Ragazza Tg1 Croazia e gli altri che dicono: «A vent’anni non mi ammazza il coronavirus»

La realtà che supera l’immaginazione. Nell’ultima giornata, i contagi in Italia sono stati 574. Alcuni di questi riguardano contagi di importazione, proprio per quei giovani che – andati in vacanza all’estero: in Croazia, in Grecia, a Malta – poi tornano positivi al coronavirus. Per alcuni di questi stati, il ministro della Salute Roberto Speranza ha disposto il tampone obbligatorio al rientro in Italia. Ma questo non sembra preoccupare i giovani della movida croata: «Martedì farò questo tampone – dice un altro ragazzo in chiusura di servizio – e se sono positivo pazienza: a vent’anni non mi ammazzi ‘sto coronavirus».

Bisognerebbe spiegarlo a quei ventenni che si sono trovati in terapia intensiva, a quell’amico di Fedez che ha dovuto subire un trapianto di polmone, alle tante vittime giovani del coronavirus. Per non parlare della mancata consapevolezza del fatto che un giovane è contagioso al pari di altre fasce d’età e che un discorso del genere è molto egoistico.