Ligabue e Stefano Accorsi diffidano la Lega per lo spot social con Radiofreccia

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La comunicazione è arrivata nel pomeriggio di oggi: anche la società Fandango ha firmato la diffida al partito di Matteo Salvini

La domanda che in tanti si sono fatti in queste ore, dopo la pubblicazione sui canali social della Lega di uno spot elettorale che univa il monologo recitato da Stefano Accorsi nel film Radiofreccia alla conversazione, intercettata e pubblicata su tutti i media nazionali, dell’esponente del PD Albino Ruberti (la famosa lite di Frosinone, in cui si sentivano frasi come «in ginocchio» o «ti sparo») era: ma Stefano Accorsi, Ligabue e la Fandango hanno davvero autorizzato la Lega a servirsi del monologo del film per uno spot elettorale pubblicato con grande clamore su tutti i social network? A quanto pare no. Perché quel clamore sui social ha infastidito autori e protagonisti di quel pezzo di storia del cinema italiano che, quindi, hanno pensato bene di diffidare la Lega dal continuare a utilizzare lo spot (che, nel pomeriggio del 21 settembre, risulta ancora online).



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Radiofreccia contro la Lega per l’utilizzo del monologo nello spot sui social

«Domenico Procacci per la società Fandango, Luciano Ligabue e Stefano Accorsi, rispettivamente produttore, autore e attore del film “Radiofreccia” – si legge nel comunicato -, comunicano di avere formalmente diffidato, a mezzo dei loro legali, la ‘Lega per Salvini Premier’ dall’utilizzo di un brano audio con la voce di Stefano Accorsi tratto dal film ‘Radiofreccia’, illegittimamente inserito all’interno di un video elettorale attualmente diffuso su tutti i social media e ripreso dalla stampa». Nella nota si prosegue dicendo che non c’è nessuna adesione al messaggio elettorale della Lega, come invece sembrerebbe dall’impiego del credo laico di Radiofreccia, e che per questo si chiede «l’immediata rimozione dal video di qualsiasi elemento tratto dal film e si riserva ogni più ampia tutela legale, in sede civile e penale».