Per ora, Radio Radicale è salva grazie a 3 milioni (e nonostante il no di Laura Castelli)

La prima cosa bella. Radio Radicale, oggi, è un passettino più vicina alla salvezza (solo momentanea, sia chiaro). Un emendamento con primi firmatari Filippo Sensi e Roberto Giachetti – e con il voto favorevole della Lega – ha approvato una misura dal valore di 3 milioni di euro per aiutare la radio nella riconversione al digitale e nella salvaguardia del suo storico archivio. Un passaggio che permetterà, almeno per il momento, di guardare con più ottimismo al futuro della radio anche se il fatto di essere arrivati fino a questo punto deve far riflettere e non poco.

Radio Radicale, l’emendamento che fa tirare un sospiro di sollievo

L’emendamento è stato approvato in Commissione Bilancio e Finanze alla Camera. L’unico partito che si è espresso negativamente nei confronti dell’emendamento è stato il Movimento 5 Stelle. Il viceministro dell’Economia Laura Castelli, infatti, ha dato il parere negativo del governo su questo punto, andando ad aprire una ferita che inevitabilmente sanguinerà ancora di più nelle prossime ore.

Visto il parere favorevole della Lega, infatti, con un parere negativo da parte di una esponente del governo, l’emendamento su Radio Radicale ha fatto andare sotto l’esecutivo la cui posizione ufficiale, nonostante il voto favorevole della Lega, è quella della contrarietà, come confermato dalla scelta di Laura Castelli.

Le divergenze tra M5S e Lega su Radio Radicale e il testo dell’emendamento

Con quanto accaduto oggi in commissione Vigilanza Rai sono ben due i punti di scontro nella maggioranza nelle primissime ore di questo 13 giugno, una delle giornate che si annuncia tra le più difficili per la tenuta dell’esecutivo. Le divergenze non si misurano soltanto nelle opinioni, ma anche nei fatti.

Il testo dell’emendamento prevede l’inserimento di un articolo 30-bis: «Le imprese radiofoniche private che abbiano svolto attività di informazione e di interesse generale mantengono il diritto all’intero contributo previsto dalla legge 7 agosto 1990 e dalla legge 14 agosto 1991, anche in presenza di riparto percentuale tra gli altri aventi diritto».

[FOTO dall’account Twitter di Filippo Sensi]

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