Il racconto della giornalista Nadja Kriewald che non può smentire Open Arms

C’è il racconto di una testimone oculare a bordo della motovedetta della Guardia Costiera Libica che ha salvato 165 persone. Si tratta di Nadja Kriewald, inviata tedesca per  RTL che con il suo racconto non smentisce la tesi della ong Proactiva Open Arms secondo cui due donne e un bambino sono stati abbandonati dai soccorsi. Open Arms ha ieri recuperato l’unica sopravvissuta dei tre, Josepha. Per il piccolo e per l’altra donna non c’è stato nulla da fare.

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Il racconto della inviata Nadja Kriewald è riportato sui social dal collega Udo Gümpel:

“Verso le ore 22:00 del 16 luglio la barca della Guardia Costiera Libica, ero a bordo insieme ad un mio operatore tv, ha trovato un gommone con a bordo 165 persone, delle quali 119 uomini, 34 donne e 12 bambini. Purtroppo uno dei bambini era gia morto al momento del nostro arrivo.

I profughi mi hanno raccontato che il gommone era gia da tre giorni in viaggio. le persone a bordo erano molto dispiaciute che non erano arrivati in Italia, ma dato lo stato di salute loro, da tre giorni senza mangiare ne bere, erano quasi in fin di vita e secondo quello che ho visto io si sono fatti salvare tutti – nessuno si è rifiutato di salire a bordo”.

Quello che Nadja non può confermare certamente, data la situazione notturna, che dopo quell’ora che il trasbordo dal gommone a bordo della nave della guardia è durato, fino alle 23:00 del 16-7, non ci fosse rimasto nessuno a bordo.
Questo non lo si può affermare con certezza.
Non si può neanche sapere se c’era, nelle medesime acque, un’altro gommone simile, con sempre a bordo ca 160 persone, come racconta la sopravvissuta Josephine a bordo della Open Arms. E’ un tipo di gommone molto comune.

Comunque dopo il salvataggio delle persone a bordo, i soldati della Marina libica hanno distrutto il gommone visto dalla mia collega.

Questo è il racconto di una testimone oculare a bordo di una nave della Guardia Costiera.

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Inoltre, il deputato di Liberi e Uguali Erasmo Palazzotto ha affermato che, in ogni caso, la giornalista tedesca non poteva vedere quello che è successo sul barcone recuperato in un secondo momento dalla Pro Activa Open Arms: «Mentre una motovedetta girava la scena del salvataggio perfetto con una TV tedesca, un’altra lasciava in mezzo al mare 2 donne ed un bambino – ha scritto su Twitter -. Sono due interventi diversi, uno ad 80 miglia davanti a Khoms e l’altro davanti a Tripoli. Maldestro tentativo di depistaggio».

Ieri fonti interne del Viminale hanno parlato di fake news da parte della Ong spagnola, anticipando che verrà offerta, da terze parti, una ricostruzione veritiera dell’accaduto. Finora non è chiaro, a distanza di oltre 24 ore, cosa sia accaduto in quel tratto di mare. Perché tre persone sono rimaste in balia delle onde. Ieri su Nova (ora offline) il portavoce della Marina militare libica, Ayoub Qasem si era difeso: «Accuse false e inesatte. La nostra guardia costiera ha recuperato tutti i passeggeri prima di distruggere l’imbarcazione. Probabilmente alcuni sono annegati prima dell’arrivo delle motovedette».

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