Migranti: l’Europa abbandona l’Italia al suo destino?

Quote immigrati

, il meccanismo della ripartizione solidale tra i 28 Paesi europei non s’ha da fare. 12 Stati hanno già espresso contrarietà al progetto, e senza l’avallo di Germania e Francia, molto scettiche sul piano della Commissione, non ci sarebbe una maggioranza in Consiglio affari interni. Il presidente dell’esecutivo UE Jean-Claude Juncker ha rimproverato un’insostenibile ipocrisia alle capitali che scaricano su Italia, Grecia, Malta e Spagna l’intera gestione del flusso dei migranti e dei richiedenti asilo.

DISTRIBUZIONE DELLE QUOTE IMMIGRATI

– L’agenda per l’immigrazione presentata dalla Commissione UE si scontra con la ferma contrarietà di numerosi Stati, indisponibili ad adottare su scala europea il meccanismo automatico di ripartizione dei richiedenti asilo. Le quote immigrati da distribuire in base a criteri condivisi era la misura più innovativa della proposta dell’esecutivo UE, capace di superare le rigidità del regolamento di Dublino. Secondo l’attuale regolamento comunitario un profugo può fare richiesta d’asilo solo nel Paese in cui è arrivato, e non può circolare all’interno dell’UE. Alla luce dell’emergenza umanitaria nel Mar Mediterraneo la Commissione aveva proposto di distribuire 40 mila profughi, 24 mila dall’Italia e 16 mila dalla Grecia, per dar sollievo ai Paesi maggiormente interessati dal flusso dei migranti. La ripartizione automatica e obbligatoria del sistema delle quote però ha suscitato sin da subito forte ostilità, in particolare dai Paesi dell’Est Europa. La Polonia, i Paesi baltici e gli altri Stati orientali chiedono un meccanismo puramente volontario. La nuova disciplina, che avrebbe dovuto essere approvata nel Consilio affari interni di martedì 16 giugno, sarà così rinviata al Consiglio Europeo.

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FLUSSI DISTRIBUZIONE DELLE QUOTE

– L’organismo che riunisce i capi di stato e di governo dei 28 Paesi membri dell’UE si riunirà a Bruxelles, e dovrà trovare una difficile soluzione. Su La Stampa di oggi Marco Zatterin ipotizza una mediazione al ribasso che salvi la faccia alla Commissione, con il meccanismo di ripartizione delle quote che rimarrebbe, ma solo su base volontaria. Una simile ipotesi sarebbe molto deludente per l’Italia; Matteo Renzi aveva già definito deludente e inadeguato il piano precedente, che avrebbe sgravato l’Italia di 24 mila nuovi profughi in arrivo nei prossimi due anni. Un’eventuale ripartizione su base volontaria ridurrebbe ulteriormente i profughi arrivati nel nostro Paese e accolti da altri Stati europei. In un’intervista alla radio francese France Culture Jean-Claude Juncker, accusato da diversi governi continentali di aver preso un’iniziativa solitaria senza considerare l’ostilità diffusa sul tema, ha criticato l’ipocrisia insostenibile di chi ritiene che il problema immigrazione possa essere gestito solo dai Paesi dove arrivano i profughi.

Non si può lasciare alle sole attenzioni di Italia, Grecia, Malta e Spagna la gestione di questo massiccio afflusso. Siamo davanti alla televisione, vediamo vedere la gente morire in alto mare, piangiamo la sera davanti allo schermo e all’indomani a Bruxelles si dice che il problema è di competenza degli altri. Questo problema riguarda tutti gli europei, se la solidarietà europea ha un’occasione di manifestarsi deve essere sul dossier dell’immigrazione.

Photocredit: MAHMUD TURKIA/AFP/Getty Images

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