Ma perché Salvini si lamenta del Recovery Fund che elimina quota 100, se la riforma scade nel 2021?

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Il leader della Lega sta insistendo particolarmente su questo punto

Da quando sono iniziati i negoziati sul Recovery Fund, Matteo Salvini ha affermato – come un mantra – che accettare le condizioni imposte dall’Unione Europea sui prestiti e sui finanziamenti a fondo perduto significava automaticamente dire addio a quota 100. Ovvero, alla riforma pensionistica – varata dal governo giallo-verde – che, per sua stessa natura, va in scadenza nel 2021.



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Quota 100 e Recovery Fund, quello che Salvini non dice

Le risorse impiegate per permettere a quota 100 di essere attiva dal 2019 al 2021 sono state ingenti. In base alle stime del governo che l’ha varata, la riforma avrebbe dovuto avere un costo di 5,8 miliardi di euro una volta a regime. Una fetta importante del bilancio dello Stato. La riforma sarebbe andata in scadenza anche senza la spinta del Recovery Fund, visto che l’attuale governo aveva già pensato a un graduale superamento di questo sistema pensionistico che, secondo le voci più critiche sul provvedimento, non ha creato quel turnover atteso, nonostante sia stata anticipata la pensione per circa 300mila lavoratori italiani.



«Non occorre uno scienziato – ha detto Salvini oggi nel suo intervento in Senato, in risposta all’informativa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte – per intuire che in base all’accordo c’è la cancellazione di Quota 100, che ha restituito speranza a 300mila donne e uomini. Se qualcuno pensa di tornare a alla legge Fornero, la Lega farà le barricate dentro e fuori il Parlamento». 

Quota 100 è temporanea e scade nel 2021, lo aveva deciso proprio Salvini

Il fatto che la riforma sia temporanea (varata consapevolmente dal governo giallo-verde per soli tre anni) sembra sfuggire a questo ragionamento del leader della Lega. Lo Stato, con ogni probabilità, non avrebbe avuto le risorse per sostenere una sua prosecuzione. Con il Recovery Fund ha a disposizione più risorse che, adesso, potranno andare in una direzione più innovativa relative alle politiche del lavoro. Nel frattempo, quota 100 può terminare il percorso per cui lo stesso Salvini aveva previsto – originariamente – la fine entro il 2021.