Le 10 figuracce più divertenti (e ridicole) dei politici italiani
27/06/2013 di Redazione
La risposta di Gelmini all’intervento della sociologa Amanda Signorelli durante l’ultima puntata di Ballarò è solo l’ultima di una serie di figuracce con le quali i nostri politici hanno mostrato la loro inadeguatezza.
LA MAESTRA – Gelmini peraltro è un’abbonata, è già storia il comunicato con il quale il suo ministero di congratulava per la riuscita di un esperimento che aveva spedito fasci di neutrini tra i laboratori del CERN e del Gran Sasso. Comunicato che lasciava intendere che i fondi fossero serviti per la costruzione di un tunnel tra i due laboratori e che scatenò un’ondata d’ilarità con pochi precedenti.
VINTAGE, ANZI, VINTASGE – Fece molto ridere anche la presentazione video di Francesco Rutelli al sito Italia.it., il famigerato portale del turismo costato cifre fantasmagoriche, nell’ordine delle decine di milioni di euro. A scatenare l’ilarità fu in quel caso il tentativo dell’allora ministro di rivolgersi ai turisti stranieri in inglese, il suo “please, visit Italy” maccheronato da una pronuncia ridicola ci mise un attimo a diventare un meme.
Un grande classico ormai è anche la foto di Berlusconi che nel 2002 fa le corna durante la foto di gruppo alvertice dei ministri degli Esteri europei, nella città spagnola di Caceres.
SUCATE! – Un infortunio a mezzo Twitter, più recente, è invece quello capitato a Letizia Moratti nel 2011, quando il suo account rispose serio e compito a un burlone che s’opponeva alla costruzione della moschea in via Giandomenico Puppa nel quartiere milanese di Sucate, come se la via e il quartiere esistessero davvero.
Meno grave e più recente è l’impresa di un’altra vittima di Twitter, quel Francesco Boccia che dopo aver scritto un Tweet che confondeva elicotteri e F-35, ha pensato bene di dare la colpa a “un ragazzo” che gli gestirebbe l’account, un grande classico, già impiegato in abbondanza da altri prima di lui, che però porta sempre buonumore.
A MIA INSAPUTA – Più tradizionale, ma non meno devastante, fu la conferenza stampa con la quale Claudio Scajola cerco di spiegare che il suo appartamento nei pressi del Colosseo gli era stato pagato per metà da misteriosi benefattori. “A mia insaputa”, disse, facendo passare l’espressione alla storia. Promise anche di fargliela vedere lui una volta che avesse individuato i responsabili, ma poi s dev’essere scordato.
Scajola era all’epoca alle seconde dimissioni da ministro, prima d’allora s’era dovuto dimettente non per questioni di soldi, ma per aver definito “un rompicoglioni ” il povero Marco Biagi, da poco ucciso dalle Brigate Rosse.
Figuraccia collettiva invece quella rimediata da un gruppo di parlamentari vittime di un vile agguato degli inviati di Le Iene, che li hanno sottoposti a una serie di domande di cultura generale, dalle quali gli italiani capirono che per molti di loro confondevano il Darfur, che all’epoca faceva notizia, con il fast Food.
Decisamente più potente è virale fu l’esordio di Silvio Berlusconi al Parlamento Europeo, irruzione senza precedenti e senza seguito nella quale il leader del PDL offese pesantemente il deputato tedesco Martin Schultz e fece vergognare moltissimo gli italiani, si tutti Gianfranco fini che gli sedeva accanto.