Problema critico: la pubblicità su Netflix. Ormai sembra essere questo l’orientamento dell’OTT, che sta sperimentando nuovi modelli di business, per far fronte sia a un calo degli abbonamenti, sia all’aumento dei costi di produzione di servizi originali. A quanto pare, sarà questa la sfida che la piattaforma dovrà affrontare nel prossimo futuro, cambiando un paradigma che ha cercato di mantenere intatto in tutti questi anni: ovvero l’assenza – per ogni tipologia di abbonamento – di contenuti promozionali. Il mercato si evolve, però, e quindi si è costretti a tornare nuovamente su vecchi modelli di business, proprio come quelli pubblicitari.
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Negli ultimi giorni sta circolando moltissimo una previsione realizzata dagli analisti di Wells Fargo, multinazionale statunitense di servizi finanziari. Questi ultimi hanno provato a immaginare la strada che Netflix andrà a intraprendere nel mondo pubblicitario. Sicuramente, la valutazione è che con difficoltà Netflix interromperà un proprio contenuto per lasciare spazio a degli spot. Ne andrebbe completamente dell’integrità del prodotto. E allora, l’ipotesi potrebbe essere quella di seguire le orme del cinema, con i trailer pubblicitari poco prima della proiezione in sala. L’ipotesi è quella di creare dei blocchi di cinque-sei spot da 15/30 secondi ciascuno.
Altra alternativa è quella di individuare uno spazio, all’interno della fruizione dell’utente, che possa scandire ogni 60 minuti di visione dei contenuti. Bisogna correre ai ripari: non si sa quando e come verranno inseriti degli spot pubblicitari, al momento, si sa soltanto che questa operazione si farà. È l’unico argine per la perdita, stimata dalla stessa piattaforma, di altri 2 milioni di abbonati nel futuro prossimo. Ed è sicuro, anche, che non tutti i tipi di abbonamenti – ma soltanto quelli base – potranno essere invasi dagli spot. Ricostruzioni e scenari, al momento. Quel che è certo è che Netflix sarà molto diversa, a breve, rispetto a come la vediamo adesso.