Dopo la corsa al Far West c’è una corsa al Metaverso? E piantare paletti serve a qualcosa?

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Dopo che l'azienda Facebook ha cambiato nome, diventando Meta, è iniziata una corsa al terreno digitale con l'acquisto di appezzamenti nel cyberspazio. Ma forse è opportuno fare più chiarezza

Dopo il rebranding di Facebook a Meta, gli investitori hanno iniziato a comprare delle proprietà nel metaverso, anzi, nel cyberspazio, convinti che – tra le colline del metaverso – ci fosse dell’oro. E se così tante persone con così tanti soldi si stavano affrettando, allora evidentemente c’è del profitto all’orizzonte.



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Acquistare proprietà nel metaverso: quanto è conveniente

Cosa vuol dire – in termini pratici – acquistare alle proprietà nel metaverso? Wired ha utilizzato per questo un esempio pratico ed esplicativo: «comprare beni immobili su queste piattaforme è come comprare una proprietà a Manhattan, ma in un mondo in cui chiunque potrebbe creare una quantità infinita di Manhattan alternativi che sono altrettanto facili da raggiungere». Questo vuol dire che l’unica ragione per cui gli utenti preferiscono acquistare un Manhattan in una determinata piattaforma anziché in un’altra è che offre un servizio migliore delle altre.



Nella maggior parte dei casi, queste piattaforme assomigliano al più classico dei videogiochi: si controlla un avatar 3D personalizzabile con il mouse e la tastiera e si naviga in un ambiente virtuale. Il dibattito sul fatto che un mondo sociale virtuale conti come un videogioco è vecchio quanto Second Life – il primo metaverso mai esistito – ma comunque li si chiami, la principale innovazione in essi è l’uso di NFT e criptovalute.

Il linguaggio utilizzato dagli investitori per parlare delle loro proprietà in questi mondi virtuali è lo stesso utilizzato nel mondo reale (ammesso che continuerà ad esistere questa scissione tra reale e virtuale). In uno dei tanti metatarsi, Decentraland, si parla di terreno digitale in riferimento ad una torre in costruzione. Anche se utilizzare un lessico così concreto per degli elementi che concreti non sono è un po’ distopico ed è di questa opinione anche l’ingegnere Stephen Diehl, che a Wired ha raccontato che – a suo avviso – «la gente ha bisogno di avere una sorta di narrazione dietro. Perché alla fine della giornata – di fatto – stai solo comprando numeri in un computer»., ha detto.



Il metaverso Decentraland si pubblicizza come gestito da un’organizzazione autonoma decentralizzata (o DAO). Questo sistema parzialmente automatizzato utilizza contratti intelligenti: più soldi i membri hanno investito in valuta o terra, più potere di voto ottengono. La grande novità di Decentraland è che gli utenti possono andare a comprare terra nel gioco, ma non con i normali dollari, bensì con una criptovaluta chiamata mana che vive su una sidechain di Ethereum. Fondamentalmente, significa che mentre Decentraland si basa sull’etere, il prezzo del mana può essere molto più volatile dell’etere.

Attualmente, gli appezzamenti di terreno più economici in Decentraland si vendono a circa 4.000 mana, che al momento sarebbero quasi 15.000 dollari. È probabile che mondi virtuali come questo siano il futuro di internet. Ma mentre la maggioranza direbbe «è troppo presto per dirlo», qualcuno – da qualche parte – ci ha visto lungo e sta già creando la sua ricchezza virtuale.