Con professionisti ordinistiche si fa riferimento alle professioni intellettuali, secondo quanto si legge nell’articolo 2229 del Codice Civile, che possono essere esercitate solamente in seguito all’iscrizione in un apposito ordine o collegio, detto albo professionale.
Sono questi due enti di diritto pubblico, sottoposti al controllo e alla vigilanza del Ministero della Giustizia (alcuni anche del Ministero dell’Economia o della Salute), a garantire il cittadino sul livello di competenza e sul grado di professionalità dei propri iscritti, nei settori per cui sono previsti.
Per iscriversi all’albo, nella maggior parte dei casi, è necessario essere in possesso di un titolo di studio di livello non inferiore alla laurea e di specifiche qualifiche professionali. Per l’esercizio di alcune attività è richiesto anche il superamento di un esame di Stato, indetto con apposito bando dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Rappresentando un documento accessibile al pubblico, l’albo professionale può essere consultato, online, sui siti istituzionali degli ordini.
In Italia, le professioni ordinistiche sono raggruppate in 28 ordini o collegi, per un totale di oltre 2 milioni di professionisti iscritti.
Ecco l’elenco nel dettaglio:
Esercitando in settori dinamici, ai professionisti iscritti agli albi professionali è richiesta, obbligatoriamente, la formazione continua, unico strumento efficace per acquisire nuove conoscenze, abilità e attitudini. E, ovviamente, essere sempre al passo con i tempi e le nuove esigenze dei cittadini.
I corsi di formazione possono essere organizzati dagli ordini, da associazioni di iscritti agli albi o da soggetti terzi che hanno ottenuto l’autorizzazione come università, facoltà o dipartimenti universitari, case editrici scientifiche o agenzie ed enti privati.
Un caso particolare riguarda l’educazione continua in medicina (ECM) che segue peculiarità proprie ed è pensata per coloro i quali operano nel mondo della salute.
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FOTO: IPP/imago/Golovanov-Kivrin