Quello di ieri a Trenitalia non è stato un attacco hacker

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Le modalità con cui è stato fronteggiato il problema tecnico alla rete informatica avevano ricordato quelle utilizzate contro il ransomware di Hive Group

Quello che è successo a Trenitalia nella giornata di ieri resterà nei ricordi di molti: ritardi dei treni superiori – in alcuni casi – ai 100 minuti, un disorientamento generale rispetto all’orario degli stessi visto il mancato funzionamento dei tabelloni luminosi, l’impossibilità di acquistare i biglietti online, con l’applicazione non attiva. Alcuni di questi fattori erano stati comuni anche qualche settimana fa, dopo il 23 marzo, il giorno in cui Trenitalia è stata vittima di un attacco hacker. Per questo, anche in qualche testata giornalistica, era stata riportata l’ipotesi di un nuovo attacco hacker subito da Trenitalia. Una circostanza, tuttavia, che possiamo categoricamente smentire.



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Problemi Trenitalia: questa volta non c’entra nulla l’attacco hacker

I vari problemi che si sono verificati nella giornata di ieri sono collegabili a un down tecnico di uno dei fornitori di alcuni servizi informatici. Non a caso, a differenza del periodo in cui Trenitalia è stata colpita dall’attacco hacker, il problema è stato risolto già intorno alle 13.30 del 15 giugno (ovviamente, alcuni problemi – come i ritardi sulla linea – hanno avuto ricadute anche nelle ore pomeridiane). Escluso, dunque, qualsiasi nuovo tentativo di intrusione nei sistemi di Trenitalia, a differenza di quanto ipotizzato da alcuni nella giornata di ieri.



Trenitalia, a marzo, era stata vittima di un attacco da parte degli hacker di Hive Group. In diversi casi, anche più recenti, problemi tecnici alle infrastrutture informatiche vengono definiti con superficialità “attacchi”: è successo anche il 15 aprile, quando è stato molto complesso per i cittadini – in un preciso momento della giornata – prelevare denaro agli ATM e pagare elettronicamente per beni e servizi. Anche in quella circostanza si era parlato impropriamente di attacco hacker: quello che si era verificato, in realtà, era un problema tecnico a un partner tecnologico di NEXI. A cascata, il problema aveva riguardato operatori ATM e POS.