Anche il primo tweet di oggi di Civati è per Silvia Romano: «Le battaglie non sono mai perse, anche quelle che lo sembrano»

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Le parole del politico che, per tutti i giorni del rapimento, ha ricordato la volontaria italiana

Lo aveva anticipato ai microfoni di Giornalettismo nella giornata di ieri. Anche oggi, il primo tweet Civati è stato per Silvia Romano. Il fondatore di Possibile, dalle prime ore del rapimento della giovane volontaria italiana in Kenya, ha sempre ricordato, ogni mattina come primo pensiero ‘social’, la sua vicenda, chiedendo alle autorità di non abbassare mai l’attenzione sulla sua storia e di cercare di capire sempre, con tutte le proprie forze, come fare per riportarla a casa. Oggi, Silvia Romano tornerà effettivamente a casa. La ragazza è stata liberata: quale migliore occasione per ricordarla, ancora una volta, con un tweet che – in questo caso – si è trasformato in un lungo thread?



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Primo tweet Civati su Silvia Romano anche nel giorno della sua liberazione



«Vorrei ringraziare tutte e tutti: sono migliaia le persone che hanno condiviso e partecipato, con passione, ogni giorno, per un tempo infinito. Credo non lo dimenticheremo. E non smetteremo mai di crederci e di sperare che le cose possano andare bene. Meglio. Sempre». Poi, il messaggio di Giuseppe Civati si allarga e trasforma la vicenda di Silvia Romano (e la conseguente lotta per non far calare l’attenzione sulla sua vicenda) in una sorta di metafora su quella che deve essere la voglia di condurre le battaglie, siano esse politiche, siano esse di principio, siano esse legate a esperienze personali. Accompagnata da una riflessione sulla rete e su quello che sta diventando negli ultimi anni, con tutte le sue distorsioni, con le offese e con le cattiverie.

«Si può stare sulla rete e sui social senza insultare nessuno – chiude Civati -, si può sollecitare i potenti senza volgarità e sciocchezze, rispettando il senso della misura e la grandezza delle proporzioni. La gioia è tutta per lei e per la sua famiglia. Per chi non cede al cinismo e alla rassegnazione. Per chi, ancora, ci crede. Le battaglie non sono mai perse, nemmeno (soprattutto!) quelle che lo sembrano. Ricordiamolo sempre. E insistiamo. Ancora e ancora».