Un prete di Marsala ha paragonato l’olocausto all’aborto

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Un prete siciliano ha paragonato la legge sull'aborto all'olocausto. E lo ha fatto proprio nella Giornata della Memoria

«Nel campo di concentramento di Auschwitz, il dottor Menghele, un membro delle SS che conduceva regolarmente orrendi esperimenti sugli esseri umani e che era anche conosciuto come ‘l’angelo della morte‘, un giorno con un gessetto bianco tracciò una linea su un muro, alta circa un metro e 50. Decretò che coloro che superavano questa linea, bambini e ragazzi, potevano vivere. Tutti gli altri dovevano andare nelle camere a gas. Che differenza c’è tra il dottor Menghele che tracciava quella linea alta un metro e 50 e una legge che dice che si merita tutela soltanto dal terzo mese di gestazione in poi?». È quanto ha affermato padre Bruno De Cristoforo, della Congregazione “Serve del cuore immacolato di Maria” dell’Opera Santuario Nostra Signora di Fatima di Trapani, in un video postato su YouTube lo scorso 27 gennaio, Giornata della Memoria della Shoah. «C’è la stessa arbitrarietà. Che differenza c’è tra il tracciare quella linea e dire che un essere umano è tale soltanto dopo l’annidamento dell’utero, oppure è tale soltanto dopo il quattordicesimo giorno di gestazione? Oppure è tale soltanto nel momento in cui nasce? Oppure è tale soltanto nel momento in cui fa il primo respiro? Se ne sentono di tutti i colori quando si parla con persone ideologizzate. Persone che non vogliono guardare all’evidenza scientifica. Il metodo scientifico galileiano dice in maniera inoppugnabile che dal momento del concepimento l’embrione è un individuo della specie umana. Soltanto nel 2020, in tutto il mondo, a causa dell’aborto volontario, sono morti 42 milioni di bambini. E questo è quello che sappiamo dagli aborti chirurgici. Poi ci sono quelli chimici, quelli nascosti, quelli che non si sanno. Che cosa abbiamo imparato da questa Giornata della Memoria?», ha concluso il parroco.



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