Pompei, domani sarà il 1939° compleanno dell’iscrizione che potrebbe cambiare la storia dell’eruzione del Vesuvio

I muri e le loro scritte raccontano da sempre la storia dell’uomo, quella vera. Succede anche a Pompei dove un fortunato ritrovamento potrebbe riscrivere completamente la datazione dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., quella che rase al suolo un’intera città e che, allo stesso tempo, ci permise di conservare uno spaccato praticamente intatto della storia romana del primo secolo.

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Pompei, una nuova rivelazione sulla data dell’eruzione del Vesuvio

La fonte della precedente datazione è un manoscritto del resoconto dell’eruzione fatto da Plinio il Giovane (che ha fatto da linea guida anche per il bellissimo e recente racconto che ha fatto di Pompei Alberto Angela, in una delle ultime puntate di Ulisse del 2018). Tuttavia, come ogni manoscritto trascritto in epoca successiva a quella della composizione dell’opera, potrebbero esserci problemi di interpretazione. La versione tramandata è quella delle nonum kal septembresovvero del mese di agosto secondo la datazione del calendario latino.

Tuttavia, negli ultimi giorni, è stata ritrovata una scritta su un muro di una villa pompeiana, probabilmente realizzata in carboncino, che reca una data: il sedicesimo giorno prima delle calende di novembre, corrispondente al 17 ottobre. Domani, la scritta verrà presentata nel giorno del 1939° anniversario della sua realizzazione. Se la scritta fosse stata realizzata il 17 ottobre del 79 d.C. (dal momento che la traccia del carboncino, in condizioni normali, sparisce entro una settimana), l’eruzione del Vesuvio potrebbe essere avvenuta a ridosso di quel 17 ottobre, al massimo una settimana dopo.

L’eruzione in ottobre confermerebbe la teoria dell’autunno

Il tutto smentirebbe la data riportata nel manoscritto di Plinio (che, essendo postumo, potrebbe essere stato trascritto male), ma combacerebbe alla perfezione con i ritrovamenti, sempre a Pompei, di alcune bacche di una pianta che dà i suoi frutti soltanto in autunno e dei ritrovamenti di iscrizioni relative alla 14ma acclamazione dell’imperatore Tito, avvenuta in settembre del 79 d.C.

Secondo il direttore generale del sito archeologico Massimo Osanna l’iscrizione in carboncino potrebbe essere stata realizzata da «un operaio buontempone che lo ha scritto sul muro di una stanza in ristrutturazione». Il luogo del ritrovamento è quello della Regio V di Pompei, una parte del sito archeologico su cui sono in corso dei lavori di restauro. Pompei non finisce mai di stupirci. Dietro ogni sua pietra, dietro ogni suo muro, potrebbe esserci un elemento in più per la conoscenza di un altro dettaglio della sua storia.

FOTO: ANSA / CIRO FUSCO

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