L’ipotesi era già saltata fuori e ora arriva la conferma dell’Oms grazie a una serie di prove. Già ieri il direttore dell’ufficio europeo Hans Kluge aveva parlato dei giovani che «vogliono vivere l’estate ma hanno una responsabilità verso i genitori, i nonni e la comunità». L’aumento dei contagi nelle fasce d’età più basse, con picchi e risalite in tutta Europa, dipende dai ragazzi che pensano di essere invincibili ma non lo sono: «Possono essere infettati; i giovani possono morire; e i giovani possono trasmettere il virus agli altri», ricorda il dottor Tedros – direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità -.
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Il direttore dell’Oms ha specificato che ci sono una serie di «prove che suggeriscono che i picchi di casi di Covid-19 in alcuni Paesi sono, in parte, guidati da giovani che hanno abbassato la guardia durante l’estate nell’emisfero settentrionale». In conferenza stampa a Ginevra il medico ha parlato dei tanto temuti effetti dell’estate e sul peso che il comportamento dei ragazzi può avere su un’eventuale seconda ondata e su nuovi picchi di coronavirus.
Il messaggio era questo prima e continua a essere questo adesso: «L’abbiamo detto prima e lo diremo di nuovo: i giovani non sono invincibili». Considerato che le misure sono state allentate e che è ormai già da un po’ di tempo che tutti quanti abbiamo potuto – almeno in Italia – tornare a fare una vita più simile a quella di prima, rimane doveroso tenere alta la guardia: la mascherina va indossata sempre anche all’aperto se ci si trova nel bel mezzo di un assembramento. L’appello è ai giovani perché abbiano chiaro il loro ruolo: «Devono prendere le stesse precauzioni per proteggere se stessi e gli altri di tutti gli altri. Possono essere leader e guidare il cambiamento».