C’è il decreto attuativo per la piattaforma per le firme sul referendum digitale, ora la palla passa a Sogei

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Sarà proprio la società controllata dal ministero dell'Economia che opera nel settore dell'ICT a prendersi carico degli aggiornamenti della piattaforma, secondo le ultime indicazioni

Dopo la firma del decreto attuativo che mette in opera la piattaforma per le firme digitali da raccogliere in vista dei referendum – una piattaforma di Stato, unica e teoricamente sicura -, c’è ancora qualche passaggio burocratico da fare. Come ad esempio la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Poi, sarà la volta dell’applicazione tecnica: la piattaforma per la raccolta delle firme digitali sarà perfezionata e gestita da Sogei, l’azienda ICT controllata al 100% dal ministero dell’Economia che tanto spazio ha nei servizi informatici e digitali della Pubblica Amministrazione. Saranno proprio i tecnici di Sogei a dover trovare la formula giusta per far convivere le esigenze a cui la piattaforma per la raccolta delle firme digitali va incontro e le osservazioni fatte dal Garante della Privacy e dal ministero della Giustizia (che tra l’altro sono già state recepite nel decreto attuativo firmato dal ministro della Transizione Digitale e dell’Innovazione Vittorio Colao).



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Piattaforma firme digitali, via libera al decreto attuativo: le prossime tappe

La piattaforma per le firme digitali avrà, al suo interno, una integrazione con l’Anagrafe nazionale della popolazione residente, fondamentale per matchare le firme digitali che verranno raccolte con quelle dei cittadini iscritti nelle liste elettorali. In questo modo, dunque, la verifica delle firme – che avverrà attraverso lo SPID o la Carta d’identità elettronica – sarà immediata e faciliterà di molto l’iter di presentazione dei quesiti referendari. Del resto, era proprio questo lo spirito dell’emendamento del parlamentare di +Europa Riccardo Magi con cui la piattaforma era stata lanciata (tra l’altro per sopperire a una sanzione delle Nazioni Unite nei confronti dell’Italia sulla scarsa applicazione del diritto alla rappresentatività).



Uno spirito che era stato messo in crisi da una ipotesi paventata dallo stesso ministro Colao, che aveva presentato la piattaforma come strumento per la raccolta delle firme sì, ma senza il potere di autenticarle. Un passaggio che avrebbe di molto compromesso il suo funzionamento e, soprattutto, la sua utilità. Ora, dopo le proteste dell’associazione Luca Coscioni, che si è battuta affinché la piattaforma potesse essere costruita così come era stata immaginata, c’è un punto di caduta accolto con soddisfazione.

La piattaforma si baserà su tre pillar: l’accesso per i promotori dei referendum, l’accesso per i cittadini e l’accesso ai funzionari della Corte di Cassazione che dovranno verificare la regolarità delle procedure. Per i sottoscrittori del referendum o della legge di iniziativa popolare e per i giudici della Cassazione sarà disponibile un’area privata sulla piattaforma che verrà gestita da Sogei. Invece, i cittadini avranno a disposizione un’area pubblica, all’interno della quale sarà possibile visualizzare anche lo stato della proposta referendaria o della proposta di legge: verrà infatti visualizzato anche il numero delle firme raccolte fino a quel momento (una indicazione che può essere utile al cittadino per valutare l’effettiva possibilità di tagliare il traguardo delle firme necessarie).



Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, Sogei avrà il compito di recepire tutte le indicazioni del decreto attuativo e lavorare concretamente alla piattaforma. Che, con qualche ritardo rispetto alla tabella di marcia, adesso potrà essere effettivamente a disposizione dei cittadini, un passaggio decisivo verso la digitalizzazione della democrazia. Ovviamente, adesso, l’obiettivo è quello di alzare l’asticella e di utilizzare questa piattaforma anche per la raccolta delle firme per la presentazione delle liste alle elezioni.