Se per Renzi dire ‘Ciao’ è salutare

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Il leader di Italia Viva ha presentato in Senato il suo piano per il Recovery Fund. E per la Sanità cita solo il Mes

Se un acronimo diventa il più classico dei ‘nomen omen’. Matteo Renzi è stato molto fortunato, comunicativamente parlando, con la scelta del nome del suo piano sul Recovery Fund (e non solo), ultimo tentativo di spallata al governo Conte. Il leader di Italia Viva lo ha presentato in diretta social (e sui canali Youtube di Palazzo Madama) nel tardo pomeriggio di lunedì al Senato. E il nome è tutto un programma che, inevitabilmente, ha dato adito a commenti ironici e retroscenisti. Ed ecco arrivare il piano Ciao.



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Un saluto al governo? Anche. Perché il leader di Italia Viva è stato chiaro (anche se i precedenti non sono in suo favore, con i colpi di cannone annunciati che si sono rivelati dei piccoli petardi inesplosi): se non vengono ascoltate le sue proposte sul piano per spendere i soldi del Recovery Fund, il suo partito uscirà dal governo. Insomma, una frase già pronunciata diverse volte. Chissà se questa volta i tempi saranno maturi.



Piano Ciao, cosa chiede Matteo Renzi

Ed ecco che arriva il piano Ciao: 61 punti in cui si parla di investimenti. Il tutto si basa su Cultura, Infrastrutture, Ambiente e Opportunità. Mettendo in riga le iniziali, dunque, viene fuori quel laconico ‘Ciao’ che ha il sapore del saluto all’esecutivo. Come si può notare, però, da tutto ciò sparisce una voce fondamentale, quella che ha evidenziato le maggiori criticità in questa fase di pandemia: la Sanità.



E la Sanità?

Secondo il leader di Italia Viva, gli oltre 200 miliardi di euro provenienti dal Recovery Fund non devono essere utilizzati per l’implementazione del settore sanitario italiano (la bozza di piano che circola nel governo, invece, prevedeva investimenti per 9 miliardi di euro). La Sanità, invece, deve essere ritoccata attingendo a piene mani dal Mes (sanitario): cioè con quei 36 miliardi messi a disposizione dell’Europa.