Peter Handke, il premio Nobel per la letteratura che voleva abolire il premio Nobel per la letteratura

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Lo scrittore austriaco ha ricevuto il riconoscimento insieme a Olga Tokarczuk. Ma nel 2014 si era espresso contro

Non tutti i premi vengono per nuocere. Questa mattina sono stati assegnati ben due Nobel per la letteratura. Il riconoscimento è andato alla scrittrice polacca Olga Tokarczuk e all’austriaco Peter Handke. Quest’ultimo, però, nel 2014 rilasciò una dichiarazione all’agenzia Apa nella quale si esprimeva contro il premio Nobel per la letteratura che, secondo il suo pensiero, era lesivo per tutto il mondo della letteratura. Ora, però, quell’encomio sotto forma di trofeo è stato assegnato proprio a lui.



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Una dichiarazione che deve essere contestualizzata. Cinque anni fa, in occasione del Premio Nobel per la letteratura consegnato allo scrittore francese Patrick Modiano, Peter Handke aveva sottolineato come riconoscimenti simili provocavano solamente una «falsa canonizzazione» della letteratura. Non era un attacco al suo collega transalpino, ma all’intero sistema di effigi pubbliche che penalizzerebbero la concezione della scrittura di romanzi, saggi e poesie.



Peter Handke e l’abolizione del premio Nobel

«Il Premio Nobel andrebbe finalmente abolito perché porta a un momento di attenzione, nelle pagine dei giornali». E basta. Insomma, l’acclamazione mediatica per via di un riconoscimento si ripercuote solamente sotto l’aspetto personale e non aiuta il mondo della letteratura che continua a rimanere stantio nel proprio angolo nei restanti giorni dell’anno che precedono e seguono l’assegnazione del tanto ambito riconoscimento.

Dignità e l’essere indegni

E anche quando è stato inserito nel novero dei papabili vincitori dell’edizione 2019 – che ha visto due Premi consegnati dopo lo scandalo sessuale dello scorso anno che portò alla sospensione della cerimonia – non l’aveva presa benissimo: «Certo che ti prende, ti infastidisce, e allora ti infastidisci con te stesso perché ci pensi: è una cosa così indegna e al contempo si diventa per un po’ se stessi indegni».



(foto di copertina: DANIEL MAURER/dpa)