Il Mediterraneo secondo Salvini: «I tunisini vengono a pescare nel nostro mare e ci lasciano gli infetti in cambio»

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Le parole del leader della Lega alla presentazione del piano agricoltura del partito

Matteo Salvini è intervenuto dal Senato insieme a Gianmarco Centinaio (resp. dipartimento Agricoltura Lega), Giorgio Bergesio, Giampaolo Vallardi e Lorenzo Viviani per enunciare le sue proposte e quelle della Lega per sostenere produttori e lavoratori del mondo agricolo, oltre che i produttori e lavoratori del settore della pesca. In modo particolare, il leader della Lega ha parlato dei pescatori tunisini e della loro presenza nel Mediterraneo.



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Pescatori tunisini, le parole di Salvini al Senato

«So perfettamente che sui giornali ciò di cui stiamo parlando troverà soltanto una riga e mezza – ha detto Salvini -, ma il tema è fondamentale. Qui stiamo parlando di miliardi che arrivano in prestito l’anno prossimo, ma il Parmigiano Reggiano nel frattempo sta perdendo lavoro. Ricordiamoci che i pescatori tunisini vengono a pescare il tonno nel nostro mare e in cambio ci lasciano infetti. È uno scambio merci di tutto rispetto».



L’idea dei migranti e dei pescatori tunisini di Matteo Salvini

Matteo Salvini ha dunque affermato che i pescatori della Tunisia – la cui regolamentazione del pescato è senz’altro un tema da affrontare – lascerebbero degli infetti sulle coste italiane, un riferimento – con ogni probabilità – ai migranti positivi al coronavirus che sono stati registrati nelle ultime ore (un caso, ad esempio, riguardava migranti bengalesi sbarcati a Lampedusa e individuati come positivi in Basilicata). Una affermazione che mostra un’idea davvero propagandistica sia sulla questione della pesca, sia su quella dell’immigrazione.

Se l’obiettivo di Matteo Salvini era quello, dichiarato all’inizio del suo intervento, di trovare il modo di far arrivare sui giornali i temi dell’agricoltura interpretati dalla Lega, con questa sua affermazione sui pescatori tunisini probabilmente ci è riuscito molto bene.