Il perizoma fake di Maria Elena Boschi diventa un caso politico
28/03/2014 di Alberto Sofia
Ha fatto discutere più dell’approvazione al Senato della “sua” riforma delle province, tra polemiche incrociate e accuse di sessismo. Il fotomontaggio della ministra Maria Elena Boschi in perizoma, pubblicato da diversi quotidiani all’estero e diventato virale in rete nonostante fosse una bufala, ha scatenato la replica di dodici parlamentari democratiche: «Chi pensasse di indebolire Boschi e ciascuna di noi, impegnate a contribuire alla stagione di cambiamento avviata dal governo di Matteo Renzi con foto taroccate circolate sul web e finite persino sul quotidiano tedesco Bild, ha già perso la partita. L’ha già persa, perché lungi dall’indignarci, preferiamo farci una bella risata». Una reazione bacchettata dal Giornale, che ha definito le parlamentari dem come «finte moraliste», accusandole di essere «ossessionate dal sessismo»: «È sempre in agguato, ma non si batte con le prediche», ha replicato il Giornale, con un articolo firmato da Melissa P.
IL PERIZOMA FAKE DELLA BOSCHI E LE ACCUSE DEL GIORNALE AL PD – Il fotomontaggio che ritrae la ministra le Riforme e per i Rapporti con il Parlamento mentre, china a firmare l’incarico, lascia mostrare il perizoma, è rimbalzata anche all’estero, con diversi quotidiani che non si sono accorti di come si trattasse soltanto di una bufala. Come ha spiegato la versione francese dell’Huffington Post, la tedesca Bild, pur chiarendo ai propri lettori che si trattava di un falso, ha riportato nell’articolo frasi dal contenuto sessista. «Ci sono belle donne in Italia quest’anno c’è anche una ministra sexy, Maria Elena Boschi. È chiaro che gli gli uomini vogliano vedere un po’ di più», si legge sul quotidiano. Tanto da aver scatenato una replica da parte di diverse elette del Partito democratico. Con una nota sono state le senatrici Pd Laura Cantini, Isabella De Monte, Maria Teresa Bertuzzi, Nicoletta Favero, Valeria Fedeli, Nadia Ginetti, Manuela Granaiola, Stefania Pezzopane, Leana Pignedoli, Francesca Puglisi, Angelica Saggese a replicare: «Crediamo di essere sufficientemente ironiche da riuscire a divertirci con le parodie televisive, consapevoli di avere punti deboli, e anche, perchè no?, orgogliose di certi nostri lati positivi». Per poi aggiungere: «Chi pensasse di indebolire Boschi e noi con foto taroccate ha già perso la partita. Lungi dall’indignarci, preferiamo farci una bella risata», hanno spiegato. Una reazione condannata del Giornale, secondo cui le elette del Pd sono «cadute nei soliti luoghi comuni».
L’ATTACCO DEL GIORNALE – Melissa P. nel suo articolo ha attaccato le senatrici democratiche: «Le colleghe di partito hanno ieri rilanciato un comunicato sostenendo che certe battute, certe trivialità,riescono a strappar loro qualche risata,non certo a indignarle. E allora perché fare un comunicato?». Secondo l’autrice dell’articolo, «se non sono indignate, dovrebbero spiegare perché un perizoma riesce a sollevare tanto polverone». Per il Giornale resta «puerile» ridere per una mutanda come scolari, allo stesso modo come scandalizzarsi. Si legge:
«Se vivessimo in un Paese sessualmente libero, non sarebbe certo un problema essere considerata una donna vivace. D’altra parte un uomo molto attivo sessualmente non genera la stessa psicosi collettiva, anzi viene lodato, pubblicamente venerato. È un vecchio assioma,mi pare. Nulla di nuovo. Indossare un perizoma è così sconveniente? Ovviamente no. E allora perché gli uomini usano l’immagine come un’offesa e le donne la recepiscono come tale? Perché le regole sono antiche, usurate»
Nell’articolo si spiega come il perizoma sia un indumento ormai fuori moda e democratico, indossato dalle fornaie così come dalle ministre. «Mi chiedo veramente cosa ci sia da ridere», ha attaccato Melissa P., di fronte al comunicato delle senatrici dem. Per l’autrice dell’articolo la loro replica è soltanto una sorta di predica, da “finte moraliste”. Tanto da concludere: «Il nemico si batte facendogli notare che la pistola che ti ha puntato contro è una pistola ad acqua».