Nessuna libertà per Patrick Zaky. Il tribunale egiziano, questa mattina, ha deciso di prolungare l’arresto in carcere per il giovane studente dell’Università di Bologna per altri 45 giorni. Il giovane è accusato dal governo di al-Sisi di propaganda sovversiva. Il ragazzo è in prigione, dove ha parlato anche di violenze subite nel corso degli interrogatori, dal mese di febbraio e ieri è sono stati ascoltati i suoi legali (non lui, per via delle disposizioni anti-Covid) che ne chiedevano la liberazione. Ma i magistrati hanno detto no.
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Decidono di non decidere, dunque. Il 27enne è ancora rinchiuso nel carcere di Tora, in Egitto, dal mese di febbraio quando fu fermato e arrestato con l’accusa di propaganda sovversiva. «Gli attivisti vicini a Patrick Zaky hanno reso nota la decisione del giudice: rinnovo della detenzione preventiva per 45 giorni. Una decisione assurda, atroce, arbitraria e crudele», ha scritto tu Twitter il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury.
Gli attivisti vicini a Patrick Zaki hanno reso nota la decisione del giudice: rinnovo della detenzione preventiva per 45 giorni. Una decisione assurda, atroce, arbitraria e crudele.#freepatrickzaki
— Riccardo Noury (@RiccardoNoury) July 13, 2020
Il giovane è accusato dal governo di al-Sisi di propaganda sovversiva attraverso la diffusione di notizie false, l’incitamento alla protesta e l’istigazione alla violenza e ai crimini terroristici. Tutti atti di cui non sembra esserci traccia dato che, con la decisione di oggi del tribunale egiziano, si è deciso di prendere altro tempo. Nel frattempo il giovane dovrà rimanere ‘ospite’ nel carcere di Tora, mentre i giudici – che temporeggiano fin dall’inizio di questo caso – che non sembrano essere in grado di prendere una decisione sulla sua eventuale colpevolezza. Una decisione atroce che non sembra essere confermata dai fatti.
(foto di copertina: da Facebook)