Partite Iva: ecco cosa cambia

29/01/2016 di Redazione

È tempo di novità per le Partite Iva. Il governo ha approvato un (attraverso un disegno di legge collegato alla legge di Stabilità) una sorta di Jobs Act per i lavoratori autonomi, misure destinate a tutti coloro che sono rimasti fuori dalle riforme finora approvate (che riguardano il lavoro dipendente). L’obiettivo è quello di offrire maggiori diritti a chi non è subordinato. Ecco cosa cambia.

 

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PARTITE IVA, TEMPI DI PAGAMENTO RIDOTTI

Una prima novità per le Partite Iva riguarda i contratti. Spiegano oggi Andrea Bassi e Luca Cifoni sul Messaggero:

Sulle Partite Iva la linea di marcia è quella di dare qualche diritto e qualche certezza in più a chi ha un contratto da autonomo. Come per esempio il divieto per il datore di lavoro di cambiare unilateralmente le condizioni del contratto, o di recedere senza un congruo preavviso, o ancora di prevedere tempi di pagamento superiori a 60 giorni.

PARTITE IVA, DEDUZIONI AL 100% PER LA FORMAZIONE

Vengono poi introdotti anche incentivi fiscali per la formazione e nuove opportunità di impiego. Continuano Bassi e Cifoni sul Messaggero:

Gli autonomi avranno anche incentivi fiscali per la loro formazione. Potranno dedurre il 100% le spese sostenute per aggiornarsi, anche se nel limite di 10 mila euro l’anno. Una norma molto attesa dal comparto. Così come avranno a disposizione all’interno dei Centri per l’impiego di uno sportello a loro dedicato per ricollocarsi. Le partite Iva potranno anche partecipare agli appalti pubblici e concorrere all’assegnazione dei fondi europei.

PARTITE IVA, PIÚ TUTELE PER MATERNITÀ O MALATTIA

Cambiano anche le tutele in caso di maternità, inforuni o malattia. In questo caso il rapporto dell’autonomo con il datore di lavoro non verrà interrotto:

In caso di assenza prolungata, al massimo 150 giorni l’anno, per ragioni di salute, il rapporto non potrà essere interrotto, ma solo sospeso senza stipendio. L’indennità di maternità, poi, verrà pagata anche se la neo mamma continua a lavorare. A differenza di quanto avviene nel lavoro subordinato, infatti, spesso per una partita Iva non è possibile fermarsi per non mancare una scadenza.

Spiega Il Corriere della Sera:

Il disegno di legge sul lavoro autonomo prevede il rafforzamento della tutela della maternità e della malattia per i lavoratori autonomi non imprenditori. In particolare, si stabilisce il diritto di percepire l’indennità di maternità spettante per i due mesi antecedenti la data del parto e i tre mesi successivi, indipendentemente dalla effettiva astensione dall’attività lavorativa. Finora, invece, la corresponsione dell’indennità era legata all’obbligo di non lavorare. Vincolo che metteva in difficoltà molte lavoratrici autonome rispetto agli impegni presi con i committenti. Il provvedimento estende anche la durata e l’arco temporale entro il quale tali lavoratori possono godere dei congedi parentali: fino a un massino di sei mesi entro i primi tre anni di vita del bambino.  In caso di malattia grave (oltre 60 giorni) è prevista la sospensione del versamento dei contributi sociali fino a un massimo di due anni.

(Foto di copertina: Getty Images)

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