Non è ancora possibile accedere. Di fatto ci si trova davanti solamente a una homepage che ha tutti i crismi dei ‘lavori in corso’. A breve, però, Parler torna online. Dopo la rescissione unilaterale del contratto con Amazon AWS per violazione delle norme etiche sull’utilizzo dei server, il social network sovranista si è riorganizzato. E a una settimana dalla spina staccata da parte del colosso di Jeff Bezos, ecco che sembra esser pronto al suo ritorno. Il tutto appoggiandosi a un altro servizio di hosting.
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Una settimana dopo, una settimana di polemiche e annunci di ricorsi. Ma, alla fine, il finale (o il nuovo inizio) di Parler potrebbe essere epico. Epik come la piattaforma – con sede a Washington – che, secondo Business Insider, avrebbe fornito il nuovo punto di approdo al social divenuto di grande successo tra i sostenitori della destra (in particolare americana, ma anche in Italia). Per ora, però, questo è il messaggio che si legge nella homepage.
Nulla di definitivo, ma le indicazioni di un prossimo ritorno online per la piattaforma. A parlare – anzi, a scrivere – è John Matze, il Ceo di Parler: «Ciao mondo, è accesa questa cosa?». Insomma, poche parole che sembrano non voler dire nulla, ma che sono il preludio al ritorno online del social sovranista.
E, da quel che emerge, Parler torna online grazie a Epik. L’azienda fornisce – come faceva Amazon AWS – il classico servizio di hosting. Insomma, non sembrerebbe esserci nulla di strano. Ma la stessa azienda con sede a Washington è nota per ospitare anche altre due piattaforme molto vicine e frequentate dai sovranisti a stelle e strisce: Gab e Bitchute. E non basta: su quesi server si appoggiava anche 8chan, poi sostituito dal fratellino gemello 8kun. Due canali in cui il linguaggio dell’odio era il pane quotidiano.
(foto di copertina: da homepage Parler.com)