Per annunciare l’acquisto da parte di Kanye West, Parler ha doxxato le e-mail degli utenti VIP

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L'incredibile errore nella comunicazione inviata dal social network

Quando si invia una mail a più persone (soprattutto se si tratta di una comunicazione “istituzionale”), si possono scegliere due modalità di invio: la prima è in Copia Conoscenza (CC), la seconda in Copia Conoscenza Nascosta (CCN). E quanto queste e-mail devono essere inviate a molteplici soggetti (che neanche si conoscono) è sempre preferibile utilizzare la seconda modalità per evitare che gli indirizzi dei destinatari non finiscano alla mercé di tutti. E, invece, i vertici di Parler non hanno adottato questa soluzione base e, inviando una comunicazione a tutti i membri VIP del portale social di estrema destra, ha – di fatto – diffuso gli indirizzi mail di tutti loro.



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Tutto è partito dall’entusiasta mail inviata dai vertici della piattaforma social per comunicare agli utenti (quelli VIP, tra cui anche Ivanka Trump, figlia dell’ex Presidente degli Stati Uniti) l’accordo raggiunto con Kanye West, il controverso rapper e produttore discografico americano che più volte ha annunciato la sua candidatura alla Presidenza degli Stati Uniti. La celebrazione telematica dell’evento, però, ha portato a una figura barbina da parte di Parler. In che senso?



Ecco il risultato di una gestione non corretta della privacy degli utenti. Bastava, infatti, inserire gli indirizzi mail degli utenti VIP nello spazio dedicato alla Copia Conoscenza Nascosta per rendere quei dettagli non visibili agli altri destinatari. E, invece, le cose sono andate diversamente.

Parler ha doxxato le mail dei suoi utenti VIP

Dunque, il social di estrema destra ha effettuato – probabilmente inconsapevolmente – un’operazione di doxing. Si tratta di una pratica che, come spiegato dal Cambridge Dictionary, comporta lo svelamento (senza autorizzazione) di dati sensibili degli utenti online: «L’azione di trovare o pubblicare informazioni private su qualcuno su Internet senza il suo permesso  specialmente in un modo che riveli il suo nome, indirizzo, ecc.». In questo caso si tratta di dati non per forza pubblici, condivisi con altri utenti (che a loro volta sono stati doxxati) senza l’autorizzazione.