Infiltrazioni della ‘Ndrangheta nella gestione dei rifiuti: arrestato consigliere comunale di Busto Arstizio

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Paolo Efrem accusato di aver emesso false fatture e di aver agevolato le cosche

Cinque persone sono finite in manette, questa mattina, a Busto Arsizio. Tra di loro anche il consigliere comunale Paolo Efrem, eletto nella lista Busto Grande, accusato di aver emesso false fatture con l’aggravante di aver agevolato le cosche della ‘ndrangheta nelle loro infiltrazioni per la gestione del comparto rifiuti nella cittadini dal Varesotto. L’ordinanza, firmata dal gip Sara Cipolla che ha guidato le indagini, riguarda anche Vincenzo Rispoli, capo del clan di Legnano-Lonate Pozzolo.



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Paolo Efrem, il consigliere di Busto Arsizio arrestato questa mattina

Le manette per Paolo Efrem e altre quattro persone sono arrivate questa mattina, al termine della prima fase di indagini sulla gestione dei rifiuti a Busto Arsizio. Secondo l’inchiesta, infatti, nel comune del Varesotto ci sarebbero state infiltrazioni da parte di un clan legato alla ‘Ndrangheta che avrebbe messo le mani sulla gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Il tutto, secondo l’accusa, anche grazie all’intermediazione di alcuni personaggi di spicco, anche della politica.



Il politico eritreo che appoggia le idee di Salvini

E il nome di Paolo Efrem, figlio di genitori eritrei migrati in Italia nel 1973, salì agli onore della cronaca nel 2018 quando, in un’intervista, diede ragione a Matteo Salvini sulla chiusura dei confini per la gestione dei migranti.

Il suo discorso, però, è meno salviniano di quel che sembri. A differenza del leader della Lega – che da tempo ha messo nel cassetto il motto ‘aiutiamoli a casa loro’ -. Paolo Efrem sottolineava la necessità di aiutare i cittadini africani a riprendere la loro vita nelle loto terre natìe. Una dichiarazione che, comunque, fece scalpore per via delle sue origini eritree.

(foto di copertina: da profilo Instagram di Paolo Efrem)