Secondo Paolo Brosio, il governo ha sbagliato ad affidarsi alla scienza e non a Dio

Categorie: Attualità

Secondo il giornalista e conduttore, la fede doveva esser messa al primo posto

In questa fase di emergenza sanitaria ne abbiamo lette e ascoltate di ogni colore. Mancava la chicca, quel punto di bianco che tenta di tirare in ballo la religione. A farlo è stato Paolo Brosio che, smentendo il passo del Vangelo secondo Matteo (7, 1-2) – quello che recita «Non giudicate, affinché non siate giudicati; 2 perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati» – accusa il governo. Ma non nel concreto dei provvedimenti, ma per il suo rapporto con la fede.



LEGGI ANCHE > Paolo Brosio «benedice» lo studio di Barbara D’Urso |VIDEO

«Il Governo guidato dal Movimento 5 stelle non è interessato ai valori cristiani. È proprio in questo momento difficile che bisogna chiedere aiuto a Dio – ha detto Paolo Brosio nella sua intervista all’AdnKronos -. Non puoi affidarti solo alla scienza perché non è Dio, altrimenti avremmo risolto tutto con la bacchetta magica». La posizione del giornalista e conduttore – ormai ospite fisso di alcune trasmissioni televisive – è ben nota, soprattutto quando si parla di religione dopo la sua conversione di qualche anno fa.



Paolo Brosio e il governo che si è affidato alla scienza e non a Dio

Insomma, Dio non è la scienza e affidarsi solamente a quest’ultima è sbagliato, secondo lui. Nel mirino c’è Giuseppe Conte che dovrebbe «rimettere al primo posto Dio». E non solo. Anche le misure adottate dall’Esecutivo hanno fatto storcere il naso di Paolo Brosio. In particolare la misura che ha disposta le celebrazioni religiose a porte chiuse, con le messe che sono trasmesse solamente online.

Le chiese chiuse durante le messe

«Il Governo ha pensato a tutto tranne che alle fede: Puoi comperare tutto, anche le sigarette, il cacciavite, ma si chiudono le chiese perché, secondo loro, sono luogo di ricettacolo di focolaio – ha spiegato Brosio -. Se le chiese vengono abitualmente disinfettate, con le dovute precauzioni, perché non tenerle aperte almeno per le messe feriali? Mantenendo ovviamente le distanze e tutte le direttive che ci dà la comunità scientifica? Bisogna tornare a Dio e anche di corsa perché quello che sta avvenendo è un segnale ben preciso».



(foto di copertina: da Live – Non è la D’Urso, Canale 5)