«Luigi Di Maio non ha preso il tesserino con Il Paese Futuro»

La storia ha origine nelle parole del vicepremier Luigi Di Maio contro i giornalisti (definiti ‘infami’ o ‘infimi’ dopo l’assoluzione di Virginia Raggi) e nella sua stessa appartenenza all’Ordine dei Giornalisti – elenco pubblicisti – datata addirittura 4 ottobre 2007, quando quello che sarebbe diventato il leader politico del Movimento 5 Stelle aveva soltanto 21 anni. Una questione che si intreccia con la storia di un’altra testata, che ormai non esiste più, e che si chiama Il Paese Futuro.

Paese Futuro, la testata di Pomigliano d’Arco: ma c’entra con Di Maio?

Si tratta di un quotidiano stampato e diffuso gratuitamente a Pomigliano d’Arco, che aveva anche un sito internet (ilpaesefuturo.it). Ormai, questa testata non esiste più da almeno 5 anni e il suo portale web non risulta più attivo: l’ultimo tweet risale al 2013, al suo posto – nella sede e al numero di telefono che erano stati indicati come riferimento per i contatti – ora c’è l’Hotel Fortuna. Negli archivi del web – che possono essere consultati da chiunque -, però, si trova qualche traccia.

Come, ad esempio, la lista delle persone che facevano parte della redazione della testata locale – che si occupava di tutte le vicende di cronaca, politiche, addirittura sportive di quella parte della regione Campania – nello stesso periodo in cui Di Maio prendeva il tesserino da pubblicista.

paese futuro

Oltre, ovviamente, ad alcuni articoli, nessuno dei quali a firma del leader del M5S. Per ottenere il tesserino da pubblicista, lo si ricorda, l’aspirante giornalista deve scrivere una serie di articoli (almeno 70) per un periodo di tempo continuato (due anni) con una o più testate e deve essere retribuito per questo motivo.

«Di Maio non ha mai scritto per Paese Futuro»

Nel 2017, un articolo de Il Giornale riporta il nome della testata presso la quale Di Maio ha lavorato per ottenere il tesserino. E si cita proprio Il Paese Futuro. Questa circostanza è stata ricordata su Twitter anche dagli account di Riccardo Puglisi e di Pietro Perone. Nel 2007, il direttore della pubblicazione era Francesco Di Rienzo, originario di Capracotta, attualmente responsabile dell’ufficio stampa di una delle più importanti società italiane nel settore dei beni culturali. «Avevamo diversi collaboratori in quegli anni – dichiara a Giornalettismo -, ma Luigi Di Maio non era tra questi. Avevamo circa una decina di ragazzi che iniziavano il loro periodo di lavoro al giornale, poi lo interrompevano, poi ne subentravano di nuovi. Ma da alcune verifiche che ho fatto con i miei collaboratori dell’epoca, posso affermare che Di Maio non faceva parte della nostra redazione».

Il sospetto che Di Maio potesse aver scritto per la testata era stato rafforzato dal fatto che, tra i pochissimi followers che conta l’account Twitter de Il Paese Futuro (122), ci fosse anche il vicepremier, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Ma a quanto pare, la storia sta prendendo tutta un’altra direzione.

Le strade di Di Maio e de Il Paese Futuro si sono, infatti, incrociate raramente. Anna Paola Bove ha ricoperto ruoli di responsabilità nel giornale (che era una free-press) dal 2004 al 2013, dalla sua nascita alla sua fine. «A meno che non abbia una vera e propria amnesia, io non ricordo Di Maio qui – ha affermato ai nostri microfoni -. Non ha preso il tesserino con noi, né ha mai scritto un articolo. Certo, è stato intervistato dai nostri redattori perché lui, insieme a Dario De Falco (nello staff ministeriale di Di Maio, ndr), è sempre stato molto impegnato sul territorio».

Di Maio e la sua esperienza a La Provincia Online

In realtà, qualche articolo a firma Luigi Di Maio compare sul web. A parte quello d’annata sulla rivista studentesca d’informazione studentigiurisprudenza.it, ci sono anche quattro articoli scritti per la testata online – attiva sin dal 2007 – La Provincia Online (un periodico di informazione, politica, cronaca e cultura della provincia di Napoli). La direttrice Gabriella Bellini conferma: «Si tratta di articoli scritti dall’attuale vicepremier: con noi collaborava principalmente in qualità di webmaster, dal 2007 fino al 2013 quando è stato eletto in Parlamento. Attraverso il suo profilo privato risultava anche amministratore della nostra pagina Facebook, prima che lo disattivasse».

In ogni caso, gli articoli (con titoli San Felice sulle spalle dei rifugiati; Pomigliano: acqua pubblica, a quando le dimissioni di Mimmo De Falco; Pomigliano, hacker iraniani attaccano il sito web del comune; Un’auto targata sud: un documentario sull’Alfaromeo di Pomigliano) sono tutti successivi al 2007, anno in cui Di Maio ha conseguito il tesserino da pubblicista. «È arrivato da noi già con il tesserino da pubblicista – ha affermato -. Era molto capace nel suo mestiere, sempre disponibile. Nulla da dire sulla sua professionalità».

il paese futuro

Di Maio spieghi come ha ottenuto il tesserino da pubblicista

Di Maio, stando alle fonti consultate, potrebbe aver conseguito il tesserino da giornalista in un’altra testata online o cartacea, che però, non ci è stata al momento rivelata. D’altronde, altri suoi ex colleghi – che hanno scritto per la testata Il Paese Futuro – ci hanno confermato di non aver mai incrociato Luigi Di Maio all’interno della redazione di Pomigliano D’Arco e lo stesso dicasi per alcuni collaboratori occasionali, come un ex assessore comunale in quota DS al comune del Napoletano.

Resta dunque avvolto nel mistero, almeno per il momento, il percorso che ha portato Di Maio a ottenere il tesserino da pubblicista. Nel 2007 le testate online non erano particolarmente diffuse, a maggior ragione a livello locale: si parlava di blog e non di vere e proprie testate registrate presso un tribunale. Ora sta al vicepremier chiarire il suo percorso, dichiarando il nome della testata che gli ha permesso di acquisire il tesserino, esibendo gli articoli e le ricevute di pagamento degli stessi. Operazione che sembra quantomai opportuna in questo particolare momento storico, dopo le sue dichiarazioni sulla stampa italiana.

Share this article