Un meme della discordia che potrebbe condizionare la politica dei social network in termini di ironia e satira. La decisione dell’Oversight Board del social di Mark Zuckerberg – che ha il compito di valutare le decisioni prese dai vertici di Menlo Park – ha ribaltato la “censura” portata avanti dalla piattaforma nei confronti di un’immagine dissacrante che aveva l’obiettivo di “denunciare” il comportamento della Turchia sul genocidio armeno. Questa scelta apre un vasto confronto sul diritto di satira su Facebook (e sui social in generale) che, molto spesso, viene superato dagli algoritmi e da valutazioni che non riescono a stabilire il confine labile tra la macabra ironia e la denuncia satirica.
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“Il genocidio armeno è una bugia” e “Gli armeni erano terroristi che se lo meritavano“. Questo le due frasi contenute all’interno di quel famoso meme-vignetta che va tanto di moda sui social.
Come evidente, si trattava di una vignetta satirica per contestare il comportamento della Turchia sul genocidio armeno. E questo meme era stato bannato – in prima e seconda revisione – da Facebook perché, secondo chi ha effettuato questa doppia valutazione – violava le regole sull’hate speech.
Ma il giudizio del Consiglio di Sorveglianza di Facebook ha ribaltato questa decisione, accogliendo il ricorso presentato dall’utente che si era visto oscurare quella vignetta. Il tutto mettendo in luce cinque aspetti che evidenziano le eccezioni da mettere in atto per le valutazioni sulle eventuali violazioni dei regolamenti:
In particolare, il secondo e il terzo punto parlano di “eccezione di satira” che rivoluzionerebbe i criteri di valutazione di ciò che viene pubblicato sul social di Zuckerberg.