Otto parlamentari M5S a rischio espulsione e al senato si fa durissima

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Sarebbero sei deputati e due senatori che hanno fatto campagna per il NO

Dopo i risultati delle elezioni amministrative e del referendum, tutti gli analisti politici hanno affermato che la posizione del governo si sarebbe rafforzata. Invece, a conti fatti, rischia di essere più debole, perché le suppletive al senato in Sardegna e l’onda lunga del referendum hanno reso più risicati i numeri della maggioranza Pd-M5S-Iv-Leu in senato. Otto parlamentari M5S, infatti, rischiano di essere espulsi dal Movimento per aver sostenuto il No al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Se si aggiunge il fatto che abbia strappato il seggio di Palazzo Madama assegnato alla circoscrizione del nord della Sardegna, ecco che il delitto perfetto potrebbe configurarsi in maniera del tutto inaspettata.



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Otto parlamentari M5S a rischio espulsione per il No al referendum

Gli otto parlamentari M5S che sono stati raggiunti da una diffida per la loro posizione al referendum si dividono in sei deputati e due senatori. Dunque, ancora una volta Palazzo Madama diventa l’ago della bilancia: dopo questa tornata, a conti fatti, la maggioranza potrebbe avere tre esponenti in meno su cui contare ciecamente (se si aggiunge, come dicevamo sopra, anche il senatore del centrodestra che arriva dalla Sardegna).



Nel corso della campagna elettorale, sono state rese note più volte le posizioni di Andrea Vallascas, Andrea Colletti, Maria Lapia, Elisa Siragusa, e del senatore Matteo Mantero rispetto a una diffusa contrarietà al taglio orizzontale dei parlamentari, a discapito della rappresentanza nei territori. Bisognerà capire, adesso, quali saranno le intenzioni dei probi viri e se si vorrà andare avanti con l’espulsione in un Movimento che, al suo interno, viene presentato con più malumori che certezze.

Otto parlamentari M5S, com’è la situazione al Senato

Quella maggioranza di 154 senatori su cui il governo Conte II poteva contare prima delle elezioni, di fatto, potrebbe ridursi a 151 rappresentanti di palazzo Madama. Una maggioranza che di solito viene rafforzata anche da alcuni voti dei senatori a vita o dei rappresentanti delle autonomie e del gruppo misto. Ma che adesso, nel suo zoccolo duro, sembra essere sempre più risicata.