Open Arms, il capomissione Riccardo Gatti: «Costerebbe meno portarli in aereo»

Categorie: Attualità

La rabbia da parte della Ong: «Queste persone a bordo di navi, anche capaci di fare soccorso, che però non sono dei traghetti? Dove le mettiamo, in coperta? Ancora per terra?»

La Open Arms ha deciso, non dopo una iniziale ferma opposizione, di portare i migranti al porto di Minorca, dove il governo Sanchez ha offerto un posto sicuro. Una scelta che comunque l’Ong ha definito «inconcepibile» e ha accettato solo a patto che vengano messi a disposizione i mezzi necessari per un eventuale trasbordo o per una scorta. Il capomissione Open Arms Riccardo Gatti replica: «Costerebbe meno un volo di linea».



Open Arms, il capomissione Roberto Gatti: «Costerebbe meno portarli in aereo»

Roberto Gatti nelle dichiarazioni di oggi mostra di aver preso carta e penna e fatto i calcoli di quale siano i costi, non solo in termini economici, della proposta fatta congiuntamente da Italia e Spagna di far scortare fino al porto sicuro di Minorca la Open Arms con i migranti a bordo da 18 giorni, attualmente bloccata al largo di Lampedusa. Alla piccola nave viene chiesto «di affrontare 590 miglia e tre giorni di navigazione in condizioni metereologiche peraltro avverse, con 107 persone stremate a bordo e 19 volontari molto provati che da più di 24 giorni provano a garantire quei diritti che l’Europa nega» ha dichiarato Riccardo Gatti definendo la decisione «incomprensibile».

Non solo:«stamattina abbiamo fatto un calcolo – ha continuato Riccardo Gatti – abbiamo provato ad affittare un aereo che da Catania porterebbe le persone a Madrid: un Boeing per 200 persone viene 240 euro a passeggero»,  ricordando poi che per il caso Acquarius vennero pagati circa 290mila «per la nave della Guardia Costiera, per l’altra nave non e’ stato neanche detto quanto si è speso..». Ecco che quindi Riccardo Gatti invita i due governi a prendersi «le loro responsabilità» chiarendo che «da parte nostra c’è completa disponibilità a trasferire le persone a bordo delle loro imbarcazioni, ma quali? Dopo 18 giorni mettiamo queste persone a bordo di navi, anche capaci di fare soccorso, che però non sono dei traghetti? Dove le mettiamo, in coperta? Ancora per terra?».



(credits immagine di copertina: ANSA / CIRO FUSCO)