I titoli sbagliati sul cantante della Kalush Orchestra «al fronte» dopo l’Eurovision

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Una certa mitizzazione del gruppo che ha vinto il Contest europeo e l'accento posto sul combattimento come necessità patriottica

Titolismo e sensazionalismo. La Kalush Orchestra, in rappresentanza dell’Ucraina, ha vinto l’Eurovision con la canzone Stefania. C’è stato un grande risultato del televoto, segnale della solidarietà del popolo europeo con la causa degli ucraini. Tuttavia, dal grande risultato artistico al sensazionalismo della stampa il passo è stato brevissimo. Già nella conferenza stampa post Eurovision, alcune domande sulla disponibilità della band a imbracciare le armi per difendere i propri territori erano suonate belliciste (con tanto di risposta del gruppo «Come tutti gli ucraini, siamo pronti a combattere»). Ma dopo l’intervista rilasciata a Che Tempo Che Fa dal cantante Oleh Psjuk, ospite di Fabio Fazio dopo il successo di Torino, i giornali di casa nostra hanno voluto davvero esagerare con i titoli.



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Oleh Psjuk e i titoli sulla sua partenza per il fronte

Diverse testata hanno avuto modo di presentare gli articoli dell’intervista con il titolo: «Il frontman della Kalush Orchestra saulta la ragazza a Torino e parte per il fronte» (o variazioni di questo stesso titolo). L’idea è quella del commiato del soldato che parte lasciandosi dietro gli affetti, per poi sfidare la sua sorte. Il tutto reso ancora più empatico con il pubblico dei quotidiani online dalla foto del tenero bacio tra Oleh Psjuk e la sua fidanzata. In realtà, leggendo poi gli articoli che riportano in questo modo la notizia, si scopre che l’espressione “partire per il fronte” è utilizzata in maniera decisamente troppo estensiva.



Il gruppo tornerà effettivamente in Ucraina e ognuno si occuperà delle proprie attività. «Io tornerò a occuparmi dell’organizzazione di volontariato che ho fondato e con cui aiuto le persone a trovare alloggio, medicine o a spostarsi – ha detto Oleh Psjuk -. Ogni ucraino in questo momento ha una priorità, aiutare e condividere ciò che può con gli altri. Abbiamo una chat telegram in cui ognuno può scrivere di cosa ha bisogno». Insomma, un impegno umanitario – come quello di molti protagonisti del mondo dello spettacolo – e una visione, da parte dei giornali italiani, decisamente estensiva di quello che può significare essere al fronte. Indubbio che la metafora del cantante-soldato si insinui nella mente di chi si dovesse fermare a leggere soltanto il titolo.

Foto IPP/MIPA – Milano