Ne avevamo parlato nel giorno del lancio, anche sul mercato italiano, degli occhiali Ray-Ban Facebook e ora anche il Garante per la protezione dei dati personali ha sollevato i primi dubbi sul prodotto messo in vendita nel nostro Paese (e non solo). Il tema, ovviamente, è quello della privacy: indossare montature con installata una fotocamera (due in questo caso) di difficile individuazione rischia di provocare un vulnus su cui l’Autorità chiede risposte. Ma sono anche altri i temi in ballo.
LEGGI ANCHE > Gli occhiali realizzati da Ray-Ban e Facebook sono belli, ma hanno anche dei lati oscuri
Con una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale, il Garante della Privacy ha comunicato di aver chiesto all’omologa Autorità Garante irlandese – DPC, Data Protection Commission che guida la supervisione di Facebook perché il “social ha la propria sede Europea in Irlanda – un approfondimento per verificare le funzionalità di questi occhiali smart. Si chiede, dunque, un controllo su come queste montature potrebbero infrangere la protezione dei dati personali dei cittadini.
«Il Garante italiano intende acquisire elementi ai fini di una valutazione della effettiva corrispondenza del dispositivo alle norme sulla privacy – si legge nella nota del Garante della Privacy -. L’Autorità ha chiesto, in particolare, di conoscere la base giuridica in relazione alla quale Facebook tratta i dati personali; le misure messe in atto per tutelare le persone occasionalmente riprese, in particolare i minori; gli eventuali sistemi adottati per anonimizzare i dati raccolti; le caratteristiche dell’assistente vocale collegato agli occhiali».
Non si parla, solamente, di privacy collegata a eventuali registrazioni celate indossando gli occhiali Ray-Ban Facebook, ma anche di tutto il sistema di raccolta dati utilizzato dal social network. Perché, contestualmente al lancio di questa montatura, è stato annunciato anche Facebook View. Di cosa si tratta? È «il sistema operativo per i tuoi occhiali smart e il compagno per la condivisione dei tuoi contenuti. Dopo aver scaricato l’app e configurato i tuoi Ray-ban Stories, puoi importare e modificare le acquisizioni, creare e condividere contenuti unici e gestire le impostazioni».
In risposta a questa richiesta di chiarimento, un portavoce di Facebook ha dichiarato alla Reuters: «Sappiamo che le persone hanno domande sulle nuove tecnologie, quindi prima del lancio di Ray-Ban Stories ci siamo impegnati con il DPC irlandese per condividere come abbiamo integrato la privacy nel design del prodotto e nella funzionalità degli occhiali per dare sia ai proprietari dei dispositivi che alle persone intorno loro tranquillità».