Il modello matematico sul Covid in Italia: «Di questo passo, 1000 contagi al giorno ad agosto e 1500 a settembre»

Il rischio è quello di un nuovo lockdown

17/08/2020 di Redazione

Quello che sta accadendo nelle ultime ore è preoccupante. Non tanto per la situazione attuale, ancora relativamente sotto controllo, quanto per quello che potrebbe accadere di qui al mese di settembre. Repubblica ha consultato Flavio Tonelli, professore di Simulazione dei sistemi complessi all’università di Genova. Quest’ultimo ha elaborato un modello matematico che prende in considerazione l’epidemia da coronavirus in Italia e la sua conseguente evoluzione, per evitare un nuovo lockdown.

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Nuovo lockdown possibile se i contagi saliranno a 1500 al giorno a settembre

In base a questo modello, con i dati attuali (nel giorno di Ferragosto si sono superati i 600 contagi in 24 ore), c’è il rischio di prevedere circa mille contagi giornalieri alla fine del mese di agosto e 1500 contagi al giorno nel mese di settembre. Numeri che l’Italia non può permettersi e che agiterebbero lo spettro di un nuovo lockdown nel periodo autunnale.

Tuttavia, ci sarebbero delle differenze rispetto alle osservazioni che sono state fatte a marzo e ad aprile. L’indice di contagio Rt, al momento, è molto più basso di quattro mesi fa e ciò permette alla malattia di espandersi in maniera molto più lenta – e quindi più facilmente controllabile – dei periodi più acuti della pandemia. Almeno è quello che sta succedendo in Italia, mentre nel resto del pianeta la situazione resta critica anche sotto questo punto di vista.

Come sta andando l’epidemia adesso e come dobbiamo evitare un nuovo lockdown

Per gli studiosi quesa fase rappresenterebbe quell’innesco che – nel caso della prima ondata – era passato sotto silenzio, dal momento che non si conosceva ancora la malattia e che non si era perfettamente consapevoli di quello che sarebbe potuto accadere. Ecco l’altro vantaggio che abbiamo in questo momento: avere una conoscenza del nemico più approfondita che, in teoria, ci può permettere di fare ciò che non era stato fatto a dicembre-gennaio. Bloccare, cioè, la seconda ondata sul nascere con misure di contenimento adeguate.

In ogni caso, sempre secondo gli studiosi, siamo già in una situazione in cui è opportuno allarmarsi: occorre garantire rapidità nel tracciamento dei contagi e nella realizzazione dei test, isolando i possibili cluster che si verranno a creare. La sensazione è che, nonostante l’esperienza, si agisca ancora troppo in ritardo nel trattamento.

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