La Rai di Draghi vuole fare la rivoluzione digitale

Come cambia il valzer delle nomine, provando a tenere fuori la politica dal cda

31/05/2021 di Redazione

Tre concetti chiave: un servizio pubblico che possa far quadrare i conti, la svolta digitale e la minore ingerenza possibile della politica almeno nei due ruoli di vertice di amministratore delegato e presidente. Il nuovo cda Rai secondo Mario Draghi dovrebbe avere queste caratteristiche di base. Mentre sta scadendo il tempo del vecchio consiglio d’amministrazione, arrivato alla fine del suo mandato, Palazzo Chigi – e soprattutto il ministero dell’Economia – stanno preparando quella che potremmo definire una svolta digitale per la Rai.

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Nuovo cda Rai, le intenzioni del nuovo governo

Per prima cosa, occorrerà rinnovare completamente l’offerta del servizio pubblico, rendendola ancor più al passo con i tempi. Il riferimento, ovviamente, è alla piattaforma RaiPlay che dovrà essere più centrale di quanto non lo sia al momento. E – soprattutto – maggiormente funzionante. Il digitale sarà un punto caldo per poter provare a rendere il servizio pubblico lontanamente appetibile rispetto alle altre piattaforme che stanno completamente rinnovando il modo di fruire la televisione.

Rivoluzione tecnologica, quindi, e prodotti ad hoc per il digitale: una sfida che – secondo Mario Draghi – non potrà assolutamente non passare attraverso una revisione completa dei costi. Per questo, stando a quanto trapela da indiscrezioni di stampa, il presidente del Consiglio preferirebbe, per quello che riguarda la figura di amministratore delegato, una persona che sia più manageriale. I conti in tasca a Viale Mazzini, insomma. Per questo si sondano esperti che abbiano rivestito ruoli analoghi anche in altre aziende produttrici di contenuti: lo sguardo alla qualità di ciò che verrà proposto al pubblico, insomma, dovrà comunque essere vigile; ma non si potranno effettuare spese eccessive per garantire la qualità stessa.

Per quanto riguarda i due ruoli di vertice – ad e presidente -, inoltre, si starebbe pensando a una distribuzione paritetica a livello di genere. Se nella casella dell’ad ci sarà una donna, quella del presidente sarà ricoperta da un uomo. E viceversa. Il toto nomi è avviato (in passato si è parlato anche di un ex manager di Google Italia), ma il presidente Mario Draghi è solito mantenere uno stretto riserbo sulle sue scelte: un po’ come è stato fatto nelle settimane scorse con il rinnovamento dei vertici di Cassa Depositi e Prestiti e del Dis. L’obiettivo è chiudere il valzer delle nomine alla metà del mese di giugno: il tempo scorre.

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