Per RSF i no-vax in Italia sono un problema per l’informazione (ma un mese fa criticava chi voleva limitare i loro interventi)

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Secondo il World Press Freedom Index, l'Italia è al 41° posto per la libertà di informazione, anche a causa delle aggressioni ai giornalisti da parte dei no-vax

Un articolo di Gianni Riotta su La Stampa di oggi ha messo in evidenza l’ultimo studio di Reporter Senza Frontiere sulla libertà d’informazione nel mondo. L’organizzazione, nel suo World Press Freedom Index, ha evidenziato – tra le altre cose – come l’Italia resti ancora in 41ma posizione, con un racing “abbastanza buono”. Tuttavia, tra le problematiche ci sono le ingerenze della criminalità organizzata che costringono 20 giornalisti italiani ad avere la scorta e la violenza di alcune manifestazioni. Durante la pandemia, nonostante il buon livello di libertà mantenuto dall’Italia, RSF ha evidenziato come «una schiera eterogenea che comprende guerriglieri urbani, attivisti “no mask”, neofascisti, teppisti, “anarchici” e infiltrati della criminalità organizzata» abbia minacciato e aggredito fisicamente i giornalisti.



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No-vax e libertà di stampa, il report 2021 di RSF

Nel breve estratto sull’Italia, Reporter Senza Frontiere – dopo il cappello introduttivo sui giornalisti italiani sotto scorta a causa della criminalità organizzata – va a indagare alcuni aspetti:



«A Roma, giornalisti sono stati aggrediti fisicamente nel corso del loro lavoro da membri di gruppi neofascisti e aggrediti verbalmente durante manifestazioni, ad esempio da membri del Movimento Cinque Stelle (M5S), che faceva parte della coalizione di governo. Nel complesso, i media italiani hanno potuto continuare a lavorare liberamente durante la pandemia nonostante il decreto Cura Italia del 17 marzo 2020, con il quale agli enti statali è stato ordinato di interrompere la gestione delle richieste di accesso ai documenti (salvo casi di estrema urgenza) perché privi di personale o a causa del pericolo di infezione. L’accesso ai dati è stato quindi più difficile per tutti i media nazionali. Ma il problema principale per i giornalisti italiani sono stati i negazionisti del coronavirus – una schiera eterogenea che comprende guerriglieri urbani, attivisti “no mask”, neofascisti, teppisti, “anarchici” e infiltrati della criminalità organizzata – che spesso hanno minacciato e aggredito fisicamente i giornalisti, in particolare quelli che si occupavano di l’ondata di proteste di ottobre e novembre 2021».

I negazionisti del coronavirus vengono etichettati come “il problema principale per i giornalisti italiani”. Tuttavia, occorre ricordare come RSF – non più tardi del 7 dicembre scorso – abbia espresso delle forti perplessità nei confronti di Monica Maggioni, da qualche giorno nominata direttrice del Tg1. Quest’ultima aveva sottolineato come, all’interno degli spazi informativi della testata, non sarebbero state presenti delle posizioni no-vax. In quella circostanza, Reporter Senza Frontiere si era detta preoccupata perché «il legittimo obiettivo di combattere la disinformazione non può essere combattuto al prezzo di restringere il pluralismo dei media e censurare le posizioni critiche contro il governo». Tuttavia, nel suo ultimo report riconosce che i no-vax rappresentino un problema per la libertà di informazione e per la sicurezza dei giornalisti nel nostro Paese. Due posizioni contrastanti?



Foto Ipp – Clemente Marmorino, Milano