Nel nuovo Senato resta l’immunità parlamentare

01/07/2014 di Redazione

Immunità parlamentare identica a quella della Camera. La commissione Affari Costituzionale di Palazzo Madama che in questi giorni discute della riforma del Senato ha deciso di lasciare così com’è l’articolo 68 della Costituzione.

 

Conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri(Foto: Fabio Cimaglia / LaPresse)

 

LA LARGA MAGGIORANZA IN COMMISSIONE – Nel testo base del governo non era prevista immunità parlamentare per il nuovo Senato. La nuova decisione è maturata con un emendamento approvato dalla commissione Affari Costituzionali con «una maggioranza larga». Lo ha dichiarato ai giornalisti il ministro per le riforme Maria Elena Boschi. L’emendamento dei relatori alla riforma del Senato è stato sostenuto anche da Forza Italia e dalla Lega Nord. Boschi ha spiegato che il governo «ha dato parere favorevole» alla luce del dibattito che si è svolto in commissione.

LE VECCHIE IPOTESI – L’articolo 68 della Costituzione prevede che

Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.

In sostanza nel caso di richiesta di arresto di un senatore, come accaduto finora, ci sarà bisogno del via libera di Giunta per le autorizzazioni a procedere (che valuta la legittimità delle richieste di arresto) e dell’aula del Senato. Negli ultimi giorni si era fatta spazio l’ipotesi di attribuire la decisione ad una sezione speciale della Corte Costituzionale o di imporre l’immunità parlamentare solo per le funzioni del Senato.

(Fonte foto copertina: archivio LaPresse. Credit: Fabio Cimaglia)

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