Napolitano, il discorso e il boicottaggio

Giorgio Napolitano prepara il suo discorso di fine anno, il primo del suo secondo mandato. E c’è chi si prepara al boicottaggio, con la finalità politica di delegittimare il governo delle Larghe Intese, considerato una creatura del Quirinale:

Davanti alla determinazione del Quirinale di non dimenticare i patti assunti nel non lontano aprile 2013, l’opposizione ha dunque lanciato la sua parola d’ordine: «Boicottare il discorso del presidente». Anzi, Beppe Grillo (M5S) — che ieri ha fatto parlare il deputato Alessandro Di Battista per tornare sulla minaccia dell’impeachment — propone addirittura un «contro discorso di fine anno» alla stessa ora dal suo blog. La tentazione di voltare le spalle al discorso del capo dello Stato aveva contagiato anche il «falco» di Forza Italia Augusto Minzolini che aveva de t to quanto foss e «condivisibile anche per gli altri leader l’idea di Grillo».

Repubblica ricorda il precedente storico del discorso di Beppe Grillo nel 1988:

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Ma per tutta la giornata il fuoco di sbarramento degli ex berlusconiani confluiti nel Ncd di Alfano ha molto agitato le acque dell’ex Pdl:

«Il Cavaliere non sia ridicolo, non insegua e non imiti Grillo persino nella contrapposizione formale al messaggio del capo dello Stato», ha detto Fabrizio Cicchitto (Ncd). Così—dopo una replica di maniera di Minzolini («Non varrebbe neppure la pena di replicare a Cicchitto» e un affondo di Daniela Santanché («Alfano ammetta che il Colle ha fallito») —la sintesi della giornata è stata che Grillo e la Lega sono rimasti soli con l’estrema destra ad invocare il boicottaggio del messaggio del Quirinale. Molti colonnelli di Forza Italia non ci hanno voluto mettere la faccia e alla fine anche Berlusconi si è convinto a non cedere ai «falchi» del suo partito. Anche perché, ha ricordato Enrico Costa, neo capogruppo del Ncd, «il 20 aprile i principali esponenti dell’attuale Forza Italia salutavano con parole entusiastiche la rielezione di Napolitano. E sono passati solo pochi mesi…».

Berlusconi però, secondo il retroscena del Corriere, non ha alcuna intenzione di alzare i toni a Capodanno:

Dietro tutto e sopra tutto rimane però lui, Berlusconi. «Sono un vecchietto ma non posso permettermi di finire la mia avventura umana, imprenditoriale, da uomo di sport e da uomo di Stato come un perdente», ha scandito ieri intervenendo telefonicamente alla riunione del club torinese «Forza Silvio» presieduto dall’ex sottosegretario Mino Giachino. Una rarità, sentire il Cavaliere darsi da solo del «vecchietto». Già sentito, invece, il contenuto della seconda parte del messaggio. Compresa quella promessa — «Mi butterò dentro questa follia con tutta l’energia di cui sono ancora capace» — di rimanere in campo, e coi galloni di leader, nonostante l’incandidabilità. «Possiamo arrivare a 4 milioni di voti. Sommare gli 1,6 milioni che non dobbiamo farci sottrarre con i brogli ai 2,4 che rappresentano un decimo dei 24 milioni di italiani che non vogliono andare alle une, o che lo faranno votando scheda bianca, o che hanno votato il Movimento Cinque Stelle ma sono delusi dalle persone che Grillo ha mandato in Parlamento», ha sottolineato.

Repubblica invece dice che c’è la possibilità che Silvio si materializzi all’ultimo momento per il controdiscorso:

E nell’assalto preventivo al messaggio di Capodanno secondo qualche boatos (minoritario per la verità) potrebbe materializzarsi perfino il Cavaliere, tentato di fare anche lui da controcanto al Colle. Ma si tratta di indiscrezioni che da Arcore smentiscono. Non tutti dentro Forza Italia poi sposano la linea oltranzista. Si dissocia ad esempio il capo dei senatori Romani, «non mi piace questa storia del boicottaggio, anche se non ho condiviso certe scelte del presidente della Repubblica». Lo fa anche Liuzzi, capogruppo forzista in commissione Cultura, «nessun ammutinamento, per garbo istituzionale dobbiamo rispetto a Napolitano». La campagna alza un solco ancora più profondo con i fuoriusciti del Nuovo centrodestra che condannano l’oscuramento tv, «Forza Italia sta facendo carta straccia degli impegni assunti con Napolitano al momento della sua rielezione».

ANSA/ANGELO CARCONI

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