Tre consiglieri della maggioranza M5S a Roma hanno proposto l’istituzione nella capitale di un museo del fascismo. Una proposta che lascia spiazzati e che, tuttavia, ha già raccolto alcune voci dissonanti, arrivate soprattutto dal mondo intellettuale della Capitale. L’istituzione di un museo del fascismo a Roma, infatti, sebbene proposta in base a principi «catartici» rispetto al Ventennio e a un suo ritorno di fiamma in questi ultimi anni, potrebbe prestarsi a interpretazioni piuttosto equivoche.
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Nelle motivazioni che accompagnano la proposta pentastellata – così come riportate dal quotidiano La Repubblica -, si fa riferimento ai musei che, nel nord Europa, sono nati per ricordare il terrore nazista: secondo i pentastellati le riflessioni storiche «hanno portato alla realizzazione di centri intitolati a quelle esperienze, centri visitati da migliaia di persone provenienti da tutta Europa».
Il museo del fascismo a Roma dovrebbe sorgere, nelle intenzioni di chi ha presentato la proposta, in un centro di archeologia industriale nella Capitale, con la «necessità di contrastare il negazionismo e l’ignoranza ancora diffusa su fatti accaduti nella prima metà del Novecento in Italia». Insomma, le intenzioni sembrano andare in una direzione didattica e pedagogica. Non un museo per celebrare il fascismo, ma per contrastarne il ritorno.
Gli intellettuali che si sono schiarati contro la proposta (tra questi, Recalcati), tuttavia, sottolineano come un museo di questo tipo possa offrire il fianco a un’interpretazione, al contrario, celebrativa del Ventennio. Negli ultimi mesi, tante iniziative di carattere antifascista sono sempre state occasione per gruppi di estrema destra di mettersi in mostra con l’organizzazione di contro-menifestazioni sempre abbastanza partecipate. Un museo del fascismo nella Capitale potrebbe amplificare questo effetto.
La proposta del M5S – che attualmente è stata formalizzata in una mozione con prima firmataria la consigliera Gemma Guerrini – potrebbe arrivare in aula già in questa settimana, martedì 4 agosto e giovedì 6 agosto dalle ore 14 alle 19. Tecnicamente, prevede un impegno, per la sindaca e la giunta, nel realizzare un Museo sul fascismo «collegato a un centro studi che utilizzi anche le nuove tecnologie, aperto a un vasto pubblico».