Il Movimento 5 Stelle considera un Conte Bis, ma il Pd non ci sta

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Il Quirinale stringe i tempi e vuole un nuovo nome entro lunedì, ma il governo giallorosso dovrà essere con un nuovo premier

Un discorso deciso, pungente, chiaro e senza giri di parole. Quello pronunciato martedì 20 agosto da Giuseppe Conte in Senato è stato il discorso di un leader. I più maligni si chiedono dove fosse nascosta tutta questa verve, i più positivi vedono nell’ex premier un nuovo possibile premier. Tra questi c’è anche una parte del Movimento 5 Stelle, ma i neo-alleati del Partito Democratico non ci stanno: ci vuole un terzo nome.



Il Movimento 5 Stelle considera un Conte-Bis, ma il Pd non ci sta

Il dado è tratto, Giuseppe Conte ha rinunciato. E in tempi in cui spesso i rimpasti sembrano l’unica soluzione possibile, il Partito Democratico non ha intenzione di riscaldare la minestra. Nessuno spazio per un Conte-Bis: questa è una condizione che, almeno per ora, pare imprescindibile per l’avvio di un governo giallorosso. Non è sufficiente la durezza con cui Conte non ha temuto di puntare il dito verso un Salvini «senza coraggio» che «non si vuole assumere la responsabilità» di aver fatto cadere il governo. A poco sono valse le grida dei sostenitori che fuori da Palazzo Madama invocavano «Giuseppe! Giuseppe!» contrapponendolo al coro leghista che a sua volta intonava «Matteo! Matteo!». Giuseppe Conte se ne va tra gli applausi, tra la nostalgia di chi crede che forse avrebbe meritato più credito e meno snobbismo, se ne va trionfante e a testa alta. Però se ne va. «Non si può autoassolvere, dove era in questi 15 mesi?» ha incalzato il segretario del Pd Nicola Zingaretti commentando il discorso del premier dimissionario. Ora i 5 stelle dovranno per forza considerare un terzo nome, e tra i papabili graditi al Pd sembrano esserci Fico, Cantone o Giovannini.

(Credits immagine di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI)