Mose, il presunto finanziatore di Letta si difende: «Mai dati soldi»

«Sono costernato, trent’anni di carriera specchiata e passerò come il finanziatore illecito di Enrico Letta». È con queste parole che Arcangelo Boldrin, ex vicedirettore generale del Consorzio Nuova Venezia e già presidente della finanziaria regionale ‘Veneto sviluppo’ e vicepresidente della Banca popolare di Venezia, manifesta oggi il suo disappunto per essere stato tirato in ballo in alcune dichiarazioni emerse nell’ambito dell’inchiesta sulle mazzette per i lavori del Mose.

 

Il sistema MOSE progettato per la difesa di Venezia e della laguna dalle acque alte(Foto: Spada / LaPresse)

 

LA DIFESA – In particolare, in un’intervista rilasciata a Repubblica Boldrin smentisce di aver procurato all’ex premier 150mila euro per la campagna elettorale delle primarie del 2007. «Totalmente inesistente. Zero. Non mi sono mai occupato – ha dichiarato alla stampa – delle campagne elettorali di Letta, non ho mai dato finanziamenti diretti o indiretti. Non l’ho mai fatto per altri candidati. Sono un commercialista e offro consulenze da commercialista». Boldrin prova dunque a smentire Roberto Pravatà , per 21 anni collaboratore dell’ex presidente del Consorzio Giovanni Mazzacurati, che ai magistrati ha raccontato che per mascherare il presunto contributo in nero a Letta sarebbe stato predisposto un incarico fittizio sull’Arsenale di Venezia. «Il mio studio, siamo in cinque, ha lavorato molto – si difende Boldrin – sull’Arsenale di Venezia. Due armi almeno. Abbiamo prodotto sessanta pagine per definire la compatibilità economica di una trasformazione urbanistica dell’area, le ho qui, nel cassetto», «è tutto in chiaro, tutto pubblico, documentabile. Non facciamo false fatture, non facciamo consulenze fittizie». E di Letta dice: «È un carissimo amico, sostengo le sue posizioni politiche».

IL RACCONTO AI MAGISTRATI – Pravatà ha raccontato, nel dettaglio, di essere stato convocato nel 2007 da Mazzacurati, e di essere stato avvisato di come il Consorzio avrebbe dovuto «concorrere al sostentamento dell’onorevole Enrico Letta, che si presentava come candidato per un turno elettorale attorno al 2007, con un contributo di 150mila euro». Poi Pravatà ha indicato l’esistenza di «un intermediario per il Veneto, il dottor Arcangelo Boldrin per questo finanziamento illecito». Aggiungendo: «In effetti venne predisposto un incarico fittizio per un’attività riguardante l’arsenale di Venezia».

(Fonte foto copertina: archivio LaPresse. Credit: Ap Photo / Andrew Medichini)

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