Addio a Mirko Stocchetto: inventore del Negroni sbagliato

10/11/2016 di Redazione

Il negroni sbagliato nacque per errore, nel 1968, al Bar Basso di Milano. Lo stesso locale oggi è chiuso per lutto. Mirko Stocchetto barman e titolare del locale non c’è più. Lui, che diede il nome a quel Negroni sbagliato, è morto all’età di 86 anni. Ne parla Il Giornale:

Mirko Stocchetto era arrivato a Milano con il figlioletto Maurizio in braghe corte. Era la metà degli anni Sessanta, il punto più luminoso del dopoguerra, la resurrezione dalla guerra ormai rombante, fermenti di ogni genere, e ancora da venire la stagione della violenza. Venivano da Cortina d’Ampezzo, e con sé Stocchetto senior portava già una idea precisa di bar, maturata confrontandosi con la clientela internazionale e soprattutto americana, negli anni all’Harry’s bar di Venezia, e che riconosceva alla magia del cocktail una centralità assoluta. Il primo bar fu a Porta Vigentina, poi rilevò da Giuseppe Basso il locale che portava il suo nome, all’angolo tra via Plinio e via Eustachi. E lì, un giorno del 1968, dall’errore di un barista – si dice – nacque il Negroni sbagliato: prosecco al posto del gin, a fare compagnia al Martini rosso e al bitter Campari. La versione originale era, e resta, roba da palati forti; l’invenzione del Basso aprì la strada del Negroni anche alla vasta platea dei meno intrepidi. E divenne famosa in tutto il mondo.

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COME NACQUE IL NEGRONI SBAGLIATO

Lo stesso Stocchetto raccontò la nascita del Negroni sbagliato in una intervista a Zero.eu:

Per errore. Ai tempi c’era da lavorare, eravamo molto presi. Un cameriere mise la bottiglia di spumante Ferrari al posto di quella del gin, io ero di fretta e la presi. «È un giorno caldo, le ho fatto un Negroni più leggero» dissi al cliente. «Come si chiama?». «Si chiama Negroni Sbagliato».

Boschetto vietò l’uso del jigger, il misurino per dosare gli ingredienti, nel suo locale. «Se lo usassi – aveva raccontato il figlio Maurizio che ha preso le redini del posto parlando degli insegnamenti del padre – mi sentirei come un acrobata che va al trapezio agganciato a una fune». Ai funerali, celebrati ieri nella parrocchia di San Giovanni in Laterano, c’era tutto il quartiere e numerosi clienti.

(foto copertina Bar Basso Milano)

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