Grazie al caso Morisi, gli italiani sembrano aver scoperto Grindr

Categorie: Attualità

Le ultime notizie parlano di incontri organizzati attraverso l'uso della famosa applicazione. In molti, però, dimenticano che non è questo il fulcro dell'indagine

I contorni della vicenda sono ancora fumosi e offuscati. Inoltre, è bene ricordarlo, le abitudini e/o l’orientamento sessuale dei personaggi coinvolti non hanno nulla a che vedere con l’indagine. Eppure il popolo social sembra essersi concentrato, quasi morbosamente, solamente su uno degli ultimi dettagli emersi tra le carte dell’inchiesta che vede coinvolto (con l’accusa di “cessione di sostanze stupefacenti”) l’ex guru di Salvini (ed ex spin doctor e capo della comunicazione della Lega). Si parla insistentemente di Luca Morisi e Grindr, per via di quelle “feste” organizzate nella casa di Belfiore – in provincia di Verona – dell’esperto di comunicazione.



LEGGI ANCHE > Le reazioni opposte al caso Morisi di chi è stato vittima della Bestia sui social

Secondo quanto riportato questa mattina dal quotidiano La Repubblica, infatti, oltre a Luca Morisi sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati anche uno dei due ragazzi romeni coinvolti in questa vicenda. Gli inquirenti avrebbero ritrovato una sua presenza attiva su Grindr, su Instagram e anche su alcuni siti in cui si offrono prestazioni “da escort” dietro compenso. Tutto ciò, però, non riguarda il nocciolo della questione giudiziaria che sta coinvolgendo l’ex capo della comunicazione di Matteo Salvini. Infatti, per il momento, le uniche ipotesi di reato (dovranno proseguire le indagini e poi, in caso, ci sarà un processo) riguardano la “cessione di sostanze stupefacenti”. Perché due ragazzi che poco prima si trovavano nella casa veneta di Morisi, hanno detto che a cedergli quella “droga liquida” rinvenuta in una fiala all’interno della loro automobile, sarebbe stato proprio l’ex guru leghista. Le indagini proseguono e proseguiranno e si valuterà anche l’effettivo quantitativo di “polvere bianca” (probabilmente cocaina) rinvenuta all’interno dell’appartamento durante la perquisizione fatta dai Carabinieri nel tardo pomeriggio di sabato 14 agosto.



Morisi Grindr, gli italiani scoprono solo oggi l’app

Una lunga premessa era doverosa per contestualizzare la vicenda (con annessi aggiornamenti rispetto alle indiscrezioni iniziali) e per sottolineare come il collegamento Morisi Grindr sia solamente una dinamica social e che non riguarda – almeno per il momento (poi potrebbe essere avanzata anche l’ipotesi di altri reati legati alla prostituzione) – l’effettiva portata dell’indagine nei confronti dell’ex spin doctor di Salvini. Sta di fatto che questa morbosa attenzione è stata provocata dall’atteggiamento della Lega (e dei social gestiti, fino allo scorso 1° settembre proprio da Luca Morisi) nei confronti dell’omosessualità e della comunità LGBTQ+. Perché in tanti – così come accadde all’inizio quando si parlava solamente di droga – vogliono mettere in evidenza il classico motto: “predicare bene e razzolare male”. E non per criticare l’eventuale orientamento sessuale dell’uomo, ma per sottolineare come le campagna social fatte dal Carroccio fossero strumentali e solo per andare a solleticare una certa pancia elettorale.

Cos’è l’app e perché se ne parla (solo) oggi

E gli italiani, oggi, hanno scoperto l’esistenza di Grindr. In realtà, l’applicazione è “vecchia”: nata nel 2009, si basa – all’incirca – sugli stessi principi della più famosa Tinder. Con una differenza: l’app di incontri Tinder è stata realizzata ben tre anni dopo. Ma qual è il suo principale scopo? Lo leggiamo nella descrizione dell’app: «Grindr è l’app di social networking mobile GRATUITA n. 1 al mondo per gay, bi, trans e queer in cerca di nuovi contatti». Insomma, nulla di trascendentale e un funzionamento che ricorda molto da vicino altre applicazioni che si basano sulle stesse linee guida.



L’unica differenza, dunque, riguarda il pubblico: si fa riferimento, infatti, al mondo gay, bisessuale, trans e queer. Insomma, una app molto specifica rispetto alle altre. In molti la usano, anche in Italia (anche se all’estero, come nel Regno Unito, l’utilizzo è molto più vasto e diffuso). Eppure solo oggi, per una morbosa attenzione a un dettaglio che non rappresenta il fulcro di un’indagine in corso, gli italiani sembrano averla scoperta.