Versamenti sospesi e tutte le misure fiscali previste nel Cura Italia

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Ecco tutti i provvedimenti a favore di cittadini, imprese, dipendenti e autonomi previsti nel decreto Cura Italia

Il nuovo provvedimento dovrebbe vedere la luce prima di Pasqua. Prevede 30 miliardi di euro – 5 in più di quelli del mese di marzo – rispetto ai quali il Parlamento voterà e fino a 500 miliardi di euro di garanzie sulle liquidità delle imprese. Dal punto di vista fiscale sono previste una serie di misure che comprendono la sospensione dei versamenti per diverse categorie, ognuna delle quali riceverà un trattamento diverso a seconda del caso specifico. Tutte le misure decreto Cura Italia non sono obbligatorie e i contribuenti possono rinunciare alla sospensione dei versamenti dovuti. In questo caso riceveranno, così come previsto dal Decreto Ministeriale del Mef, forme di menzione.



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Cura Italia: chi beneficerà della sospensione dei versamenti

Nel decreto Cura Italia si parla della sospensione dei versamenti per:



Il premio ai lavoratori dipendenti

Si tratta di 100 euro in busta paga destinati ai dipendenti – sia del settore pubblico che del settopre privato – con un reddito complessivo che non superi i 40 mila euro per la mensilità di marzo. Secondo il testo del decreto il premio «non concorre alla formazione del reddito» e la somma è da rapportare al numero di giorni che il dipendente ha effettivamente svolto «propria sede di lavoro». Per quanto riguarda i luoghi di lavoro è previsto, visto quanto sia importante procedere con la sanificazione, un credito di imposta pari al 50% delle spese a questo scopo fino a un massimo di 20 mila euro.

Credito di imposta per botteghe e negozi

Nonostante botteghe e negozi siano costretti a stare chiusi sono in molti – comprese le insegne in franchising e i negozi all’interno dei centri commerciali e degli outlet – ad avere contratti di royalties e diritti che andrebbero comunque pagati. Hanno richiesto una clausola coronavirus, in questo senso, mentre il Cura Italia garantisce loro un credito di imposta del 60% del canone di locazione per il mese di marzo 2020 valido per tutte le attività che rientrano nella categoria C/1.



(Immagine copertina da Pixabay)